Quota 102, Ape sociale, Opzione donna, sono solo delle misure di carattere temporaneo che permettono di superare i rigidi paletti della c.d. Legge Fornero. Il sistema pensionistico italiano deve puntare ad una maggiore flessibilità. L’incertezza è l’attuale protagonista del sistema. I cittadini in odor di pensione devono sapere con certezza se e quando potranno accedere al trattamento pensionistico. Chi decide di uscire anticipatamente dal modo del lavoro, non deve essere troppo penalizzato con tagli eccessivi sull’assegno pensionistico.
Queste esigenze si contrappongono a quelle di sostenibilità del sistema pensionistico e dunque a quelle di bilancio.
Dunque si alla riforma delle pensioni ma sulla base delle risorse disponibili. Draghi ha ribadito più volte questo passaggio nei precedenti incontri con i sindacati.
Lo farà ancor di più ora, dopo la sua conferma alla guida del Governo.
Da quota 102 ad Opzione donna
Con quota 102, la proroga di Opzione donna e della c.d Ape sociale, il legislatore ha dimostrato le sue intenzioni ossia la tendenza a garantire dei canali di pensionamento diversi rispetto a quelli più rigidi della legge Fornero.
In applicazione della quale, il diritto alla pensione di vecchiaia scatta al compimento di 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati. Con la “Fornero”, la pensione anticipata è ammessa al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi (12 mesi in meno per le donne) indipendentemente dall’età.
Già con quota 102, è possibile andare in pensione:
- con un’età pari ad almeno 64 anni e
- un’anzianità contributiva minima di 38 anni.
Nello specifico, potranno andare in pensione anticipata con quota 102: gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall’INPS, nonché alla gestione separata, che maturino nel corso dell’anno 2022 i requisiti di età anagrafica pari a 64 anni e di anzianità contributiva pari a 38 anni (c.d. “quota 102”). Fermo restando che il diritto conseguito entro il 31 dicembre 2022 può essere esercitato anche successivamente a tale data.
In tale ultimo caos si parla della c.d cristallizzazione dei requisiti.
La riforma delle pensioni: certezza e stabilità delle norme
Le misure pensionistiche alternative alla pensioni con la legge Fornero ci sono. Tuttavia si parla di misure di carattere temporaneo. Sembra quasi che bisogna prendere il treno giusto per andare in pensione. In alcuni casi, va in pensione chi ha lavorato di meno.
Nel nostro sistema pensionistico non c’è alcuna stabilità delle norme.
Ecco perchè da diversi mesi, Governo e sindacati hanno avviato un tavolo di confronto sulla riforma delle pensioni.
La riforma non può prescindere da queste esigenze di cui i sindacati si fanno da promotori:
- superamento della legge Fornero;
- pensionamento anticipato riducendo i tagli sull’assegno (rispetto alla pensione di vecchiaia) o addirittura azzerandoli in presenza di particolati esigenze;
- eliminare le incompatibilità reddituali tra trattamento pensionistico anticipato e lavoro autonomo, si pensi a quota 102;
- garantire ai giovani una pensione più facile tendo conto dei forti cambiamenti avvenuti nel mondo del lavoro soprattuto in merito alle forme contrattuali attualmente in essere.
Forme contrattuali che consentono di cumulare uno storico contributivo a dir poco insignificante.
Vedremo cosa accadrà nei prossimi incontri Governo-sindacati.