Tempi duri per la riforma delle pensioni. Con la legge di bilancio 2022 è stata posta la parola fine a quota 100 e si è deciso di prorogare Opzione Donna e Ape Sociale con alcune aperture.
Non è ancora chiaro se quota 102 (in pensione a 64 anni con 38 di contributi) sarà approvata, ma una cosa è certa: non servirà ad evitare lo scalone con la Fornero. Avrà infatti durata breve, solo 12 mesi.
Riforma pensioni rinviata al 2022
Il governo ha però dato via a un tavolo tecnico con le parti sociali per avviare una seria e profonda riforma pensioni nel 2022.
Cosa c’entra questo con la riforma pensioni? Tutto. In pratica, se Mario Draghi fosse eletto nuovo presidente della Repubblica, l’attuale governo sarebbe dimissionario e diventerebbe difficile trovare un’altra figura in grado di sostituirla.
Il rischio che si vada ad elezioni anticipate sarebbe concreto nel corso del 2022. E così salterebbe anche il progetto di riforma pensioni in discussione al Ministero del Lavoro e dell’Economia.
Tutto dipenderà dalla nuova legislatura, dalle Commissioni che dovranno essere formate, dai nuovi rapporti coi sindacati, ecc. Senza dimenticare che i rappresentanti saranno d’ora in avanti diminuiti di un terzo.
Il ritorno alla Fornero
Che Draghi abbia giocato abilmente le sue carte per un velato ritorno alle regole della Fornero non è mistero. Lo dimostra quota 102, promossa solo per un anno e che manderà in pensione anticipata poco più di 16.000 lavoratori, secondo le stime del governo.
Ma lo dimostra anche il fatto che si è voluta concedere la proroga solo a quelle pensioni anticipate con forte penalizzazione: Opzione Donna e Ape Sociale. Mentre, per converso, saranno possibili ancora gli scivoli pensionistici nel settore privato, dove non è lo Stato che paga.
Difficile, in definitiva, che nel 2022 si faccia una riforma pensioni se Draghi andrà al Quirinale e se si scioglieranno le Camere per indire elezioni politiche anticipate.