La riforma pensioni resta ferma al palo, ma nelle intenzioni si lavora per la flessibilità in uscita. Così il ministro del Lavoro Andrea Orlando in occasione della conferenza dell’Unece, la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite.
Il governo, si sa, è alle prese con grossi problemi di tenuta dei conti all’indomani dell’impennata dell’inflazione. Pensare di stanziare altre risorse per la riforma pensioni è quindi fuori discussione. Anche perché dal 2023 bisognerà rivalutare gli assegni come non avveniva da 40 anni e serviranno almeno 10 miliardi di euro.
Riforma pensioni e flessibilità in uscita
Orlando crede fermamente in una riforma pensioni basata sulla flessibilità in uscita, ma non spiega come. Dice che l’età media è cresciuta nel corso di questi ultimi anni e ciò implica la necessità di rivedere l’organizzazione sotto diversi profili, dall’organizzazione del lavoro, dei servizi sociali del welfare e quella complessiva della previdenza.
Discorsi troppo fumosi che non aggiungono nulla a quanto già si sa sulla possibile riforma pensioni. In pratica Orlando non si sbilancia, non dice niente se non che qualcosa sarà fatto, ma è del tutto evidente che anche il ministro del Lavoro ha la corda tirata. Poi aggiunge:
“gli anziani possono essere una importante risorsa dal punto di vista sociale ed economico, quindi non un problema ma una leva sulla quale far crescere la coesione sociale e la tenuta complessiva delle famiglie”.
Verso il ritorno alla Fornero
Cosa significa questo? Dal discorso di Orlando si intuisce che i lavoratori over sessanta resteranno tranquillamente al loro posto e che ad attenderli ci sarà solo la Fornero. Quindi pensione a 67 anni di età per tutti, non prima.
Ma c’è un però. Si potrebbe lasciare il lavoro gradualmente attraverso la riduzione dell’orario (part time) man mano che ci si avvicina all’età pensionabile. Contestualmente sarebbero assunti giovani lavoratori per prendere il loro posto.
Quindi una specie di avvicendamento graduale sul posto di lavoro, non una riforma pensioni come ce l’aspettiamo da tempo. In questo senso Orlando parla di flessibilità lasciando intendere chiaramente che l’età pensionabile non cambierà con la riforma.