Riforma pensioni, ecco perché dal 2025 alla riforma Fornero si aggiunge benzina sul fuoco

Riforma pensioni 2025, ecco perché si corre il rischio non solo di non cancellare la riforma Fornero, ma di peggiorarla.
3 mesi fa
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Pensioni sempre più lontane, lo scenario futuro p negativo, dal 2025 si prepara la peggiore delle riforme altro che Fornero.
Foto © Investireoggi

Se avessimo dato retta a tutte le ipotesi e indiscrezioni che ogni anno accompagnano il dossier della riforma delle pensioni, probabilmente oggi avremmo un sistema previdenziale completamente diverso. E ancora oggi è meglio non dare troppo risalto a queste ipotesi.  Perché si rischia di ottenere due risultati opposti. Da un lato, si possono creare false aspettative per i contribuenti, nel caso in cui le ipotesi siano ottimistiche. Dall’altro, si può generare sgomento, timore e disperazione se le ipotesi prese in considerazione sono negative.

Tuttavia, parlando di ipotesi, non si può non considerare le ultime indiscrezioni. Che indicano come sul tavolo del governo ci sia una potenziale novità riguardo il sistema pensionistico italiano. Questa novità potrebbe portare a una riforma delle pensioni esattamente opposta a quella che tutti i lavoratori sperano. Per fortuna, è ancora solo un’ipotesi. Tuttavia, il solo fatto che se ne parli ha già sollevato parecchie preoccupazioni.

Riforma pensioni: ecco perché dal 2025 alla riforma Fornero si aggiunge “benzina sul fuoco”

Una cosa certa è che la riforma Fornero del 2012 ha prodotto un doppio effetto. Il più noto è l’inasprimento delle regole di pensionamento, che sono diventate molto più rigide rispetto agli anni precedenti. Non fosse altro perché la legge Fornero ha abolito le pensioni di anzianità, sostituendole con le attuali pensioni anticipate. E quando si dice che sono state abolite le pensioni di anzianità, non ci si riferisce solo al fatto che 40 anni di contributi senza limiti di età, che prima erano sufficienti, ora non lo sono più.

Con il passaggio dalle pensioni di anzianità alle pensioni anticipate, è scomparsa anche la quota 96, che permetteva di andare in pensione con 60 anni di età e 35 anni di contributi. Dopo l’entrata in vigore della riforma Fornero, i già pesanti requisiti sono diventati ancora più onerosi con l’applicazione del meccanismo dell’aspettativa di vita.

Questo meccanismo ha portato oggi le pensioni anticipate a richiedere 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, con l’aggiunta di una finestra di 3 mesi per la decorrenza del primo assegno.

Come sono cambiate le pensioni dal 2011 a oggi

Il secondo effetto della riforma Fornero è stato quello di rafforzare ulteriormente le regole del sistema contributivo, introdotte inizialmente con la riforma Dini del 1996. Ai lavoratori è stato infatti imposto il ricalcolo contributivo della pensione per gli anni di lavoro successivi al 1995, salvo per coloro che avevano almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. Per questi ultimi, il più vantaggioso calcolo retributivo è stato esteso fino alla fine del 2011.

Dire che con la riforma Fornero tutto è peggiorato non è certo un’esagerazione. Ma il peggio potrebbe ancora venire. Secondo le ultime voci, su cui naturalmente si attendono conferme o smentite, dato che provengono da giornali che spesso amplificano le notizie di altri media e che il governo critica frequentemente, pare che nella legge di Bilancio non ci sarà traccia di una nuova riforma delle pensioni.

Ciò significa che la legge Fornero rimarrà in vigore anche nel 2025. Anzi, potrebbe addirittura essere modificata per inasprire alcune misure finora considerate intoccabili, come le pensioni ordinarie.

Dalla quota 41 per tutti alle varie ipotesi sulla nuova riforma delle pensioni

La quota 41 per tutti potrebbe essere nuovamente posticipata negli anni, ma questo appare ormai il male minore. Anche perché si tratterebbe di una quota 41 per tutti sempre più distante dalla misura originaria, prevedendo un ricalcolo contributivo della pensione e probabilmente altri vincoli.

Questi limiti la renderebbero meno appetibile da un lato e meno accessibile dall’altro. Per esempio, mantenendo il requisito di un anno di contributi versati prima dei 19 anni, come avviene oggi per la quota 41 per i precoci. In pratica, con una nuova quota 41 per tutti che sia contributiva e limitata, cambierebbe poco o nulla rispetto alla quota 41 per i precoci e alla quota 103 attualmente in vigore.

Quindi, che la quota 41 per tutti sia introdotta o meno, ormai ha poca importanza. Ciò che potrebbe avere un impatto significativo è la direzione che potrebbe prendere la pensione anticipata ordinaria. Con requisiti che nel 2025 potrebbero rimanere gli stessi di oggi, ma solo sulla carta. Dietro questa apparente continuità, infatti, potrebbe nascondersi un autentico e pesante inasprimento.

Anche le misure ordinarie a rischio con la nuova riforma delle pensioni

Infatti, sembra che si voglia introdurre nel sistema delle pensioni anticipate ordinarie una finestra più lunga rispetto a quella attuale. Oggi, la pensione anticipata ordinaria permette di andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne, ma con una finestra di 3 mesi che è stata recentemente introdotta, di fatto spostando in avanti i già severi requisiti delle misure che hanno sostituito le pensioni di anzianità precedenti alla riforma Fornero.

Le ultime ipotesi, di cui non si conosce l’attendibilità, parlano di una finestra di 7 mesi.

In altre parole, questo significherebbe aggiungere ulteriori 4 mesi di attesa ai 3 già previsti per chi raggiunge i 42 anni e 10 mesi di contributi. Significa rimanere senza stipendio per 7 mesi in attesa della decorrenza della pensione. O continuare a lavorare, fingendo che la soglia reale della pensione anticipata sia di 43 anni e mezzo di contributi invece che di 42 anni e 10 mesi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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