La riforma pensioni e, in particolare, la questione dei lavoratori precoci, ovvero di coloro che hanno iniziato a lavorare molto giovani, a volte anche prima della maggiore età, contiene a tenere banco nel dibattito sul sistema previdenziale. Proprio ai contributi versati da minorenni si rivolge la riforma pensioni firmata Dini.
Calcolo pensione precoci: i contributi dei minorenni valgono di più
L’art.1 comma 7 della legge n 335/1995 permette infatti di farli valere di più, accelerando così i tempi per il pensionamento.
Nello specifico i contributi versati dal lavoratore prima del compimento dei 18 anni, dovrebbero essere moltiplicati per un coefficiente pari a 1,5 e quindi valere il 50% rispetto al tradizionale calcolo dei contributi. A conti fatti quindi il passaggio al contributivo per i
lavoratori precoci garantirebbe la pensione anticipata di diversi mesi, fino ad un anno. Il beneficio è riservato ai lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi a decorrere dal primo gennaio 1996: sono quindi esclusi coloro che rientrano nel sistema misto o retributivo per i quali, ad eccezione della possibilità di scegliere il contributivo per il calcolo dell’assegno Inps, la legge attualmente non riconosce particolari agevolazioni previdenziali. E’ inoltre molto importante chiarire che il beneficio per il conteggio dei contributi versati durante la minore età è utile solamente ai fini del perfezionamento del requisito per la pensione anticipata, attualmente fissato a 42 anni e 6 mesi di contributi (per le donne 41 e sei mesi). Non è invece possibile sfruttarlo per integrare il requisito dei 20 anni di contributi utili ad ottenere le prestazioni previdenziali di vecchiaia contributive, così come chiarito dalla circolare Inps 35/2012 e 60/2008.