LA RIFORMA DELLE PENSIONI E IL SISTEMA CONTRIBUTIVO DOPO L’APPROVAZIONE DEGLI EMENDAMENTI
Il decreto 201 del 2011 segna quindi una svolta epocale in tema di previdenza visto che a partire dal 1° gennaio 2012 introduce il sistema contributivo per tutti i lavoratori. (Riforma pensioni: ecco il sistema contributivo allo studio)
Tale tipo si sistema è stato introdotto nel 1995 con la legge Dini che ha previsto quindi una differenziazione dal regime sino ad allora vigente: il sistema retributivo. Con il metodo retributivo la pensione viene determinata in base alla retribuzione che viene percepita negli ultimi anni prima del pensionamento.
SISTEMA CONTRIBUTIVO PENSIONI A CONFRONTO CON IL SISTEMA RETRIBUTIVO
Entrando nel dettaglio i pensionati che usufruiscono del sistema retributivo hanno una pensione mediamente di importo superiore. Il periodo a cui fare riferimento per la determinazione dell’importo da percepire riguarda in genere gli ultimi 10 anni di vita lavorativa ( anche se in alcuni casi viene considerato un periodo inferiore). La media delle retribuzioni finali viene moltiplicata per un rendimento annuo che varia dal 2 per cento allo 0,9 per cento in base alla retribuzione media calcolata, tale valore viene poi moltiplicato per l’anzianità contributiva ( con un valore massimo di 40 anni). Alla fine il l’importo della pensione potrebbe essere di un livello pari all’80 per cento di quanto percepito nell’ultimo periodo.
Il metodo contributivo invece permette ai lavoratori di usufruire di tutti i contributi versati durante l’attività lavorativa ( sia di quelli versati dal lavoratore che quelli versati dalla società). Tutti i contributi vengono poi successivamente rivalutati annualmente e poi moltiplicati per un montante contributivo, che tiene conto della possibilità di sopravvivenza in base all’età di pensionamento dell’individuo. Inoltre con il metodo contributivo vengono anche prevede degli incentivi e dei disincentivi in base all’età effettiva di pensionamento.
ASSEGNI PENSIONISTICI: ELIMINATE LE FINESTRE MOBILI
Altra novità del decreto riguarda i tempi di attesa per percepire gli assegni pensionistici, visto che vengono eliminate le finestre mobili ( e cioè l’attesa di un anno o un anno e mezzo dalla fine dell’attività lavorativa prima di ricevere il primo assegno dell’ente di previdenza). Dal primo gennaio 2012 invece si aumenterà l’età pensionabile per le donne nel settore privato, dipendenti ed autonome. Si parte dai 62 anni del 2012 per giungere ai 66 anni nel 2018 ( tali valore terranno conto anche delle aspettative di vita). In ogni caso a partire dal 2012 , l’età di pensionamento sia per i lavoratori del settore privato che per quello pubblico l’età di pensionamento non potrà essere inferiore ai 67 anni. In ogni caso la pensione di vecchiaia potrà essere erogata con almeno 20 anni di anzianità contributiva e se dai calcoli l’importo dell’assegno è pari ad almeno 1,5 volte l’assegno minimo. La pensione anticipata consente di andare in pensione prima ma occorre avere 42 anni ed un mese di anzianità contributiva per gli uomini e 41 anni ed un mese di anzianità contributiva se donna.
CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’ PENSIONI – la manovra introduce un’ulteriore prelievo del 15 per cento per le pensioni che superano i 200 mila euro annui ( da aggiungere già ai prelievi fissati al 5 ed al 10 per cento).