La riforma per il riconoscimento delle unioni civili è l’argomento caldo degli ultimi giorni. Se ne discute in Parlamento, in piazza e sui giornali. L’impatto non sarebbe solo a livello sociale ma anche normativo e fiscale. Tra i diritti in ballo per le unioni civili che attiene alla sfera tributaria e previdenziale c’è anche quello alla pensione di reversibilità ai superstiti, che viene riconosciuta alla morte del coniuge. Estendere il diritto alla pensione di reversibilità anche alle coppie di fatto è uno degli step dell’approvazione del ddl Cirinnà.
Pensione si reversibilità alle coppie di fatto: quanto costerebbe la riforma?
Se i sostenitori della riforma delle unioni civili hanno ribadito che l’estensione della reversibilità sarebbe un intervento a costo zero, gli oppositori non ne affatto sono convinti. Nuovo Centro Destra, alcune frange più conservatrici del Pd e soprattutto il Vaticano, hanno spinto a riflettere su quella che il Giornale ha descritto come una “bomba ad orologeria per il welfare italiano”. Le cifre ufficiali a dire il vero appaiono abbastanza tranquillizzanti ma il direttore de Il Giornale ha lanciato il sospetto che vi siano cose non dette per non allarmare l’opinione pubblica e per spingere una riforma che, in realtà, le casse dello Stato non possono permettersi.
Pensione di reversibilità: cosa prevede la legge oggi e cosa cambierebbe con la riforma
Al momento l’Inps riconosce il diritto alla pensione di reversibilità a cinque categorie di familiari: coniuge, figli, nipoti, genitori e fratelli/sorelle celibi/nubili.