Riforme Statali, Marianna Madia: il dirigente che non licenzia il “furbetto” sarà licenziato

In un'intervista al Corriere della Sera, il ministro della P.a. Marianna Madia illustra i cambiamenti che arriveranno con decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione: "Così cambia lo Stato, non ci saranno più incarichi a vita".
9 anni fa
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Ecco l’ intervistata al ministro della P.a. Marianna Madia, dal Corriere della Sera, che illustra i cambiamenti che arriveranno grazie ai decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione: “Tutti i provvedimenti danno il segno del cambiamento. Sia questi undici sia gli altri nove che presenteremo entro agosto”, ed afferma “Un decreto che certamente rappresenta un sfida rispetto al passato è quello sulla riduzione delle società partecipate. Non potranno sopravvivere le cosiddette scatole vuote, le società doppione, inattive, sotto il milione di fatturato, in perdita per 4 esercizi negli ultimi 5 anni e quelle con una produzione non riconducibile a un interesse generale.

Le amministrazioni che partecipano queste società dovranno predisporre i piani di razionalizzazione e se dopo un anno non le avranno chiuse o fuse con altre efficienti, lo farà il ministero dell’Economia al posto loro”. Le norme sui licenziamenti, aggiunge, sono state rafforzare “per i casi di truffa con prove assolutamente evidenti. In questi casi c’è l’obbligo per il dirigente di allontanare il dipendente entro 48 ore. Se non lo fa, viene a sua volta licenziato e incorre nel reato di omissione di atti d’ufficio”. I servizi pubblici “dovranno essere organizzati su un’area territoriale non inferiore alle ex Province”, spiega. “E se l’amministrazione vuole mantenere la gestione in house, deve dimostrare che essa è vantaggiosa per i cittadini e ottenere il via libera dell’Antitrust”.  In riferimento al secondo pacchetto di decreti, il ministro Marianna Madia afferma che “si fonda su un cambiamento del criterio guida delle assunzioni. D’ora in poi, se vinci il concorso sei assunto. Ma i concorsi non si faranno più in base ai buchi delle piante organiche ma sui fabbisogni professionali, come si fa in un’azienda privata. Al dirigente pubblico saranno garantite l’autonomia e l’indipendenza fin dall’assunzione per concorso.
Ma esse non saranno più legate all’inamovibilità intesa come un percorso automatico di carriera. Passeremo invece a una carriera legata alle valutazioni ricevute. Basta restare a vita nello stesso posto”. Leggi anche: Licenziamento statali: arriva la riforma Madia. Ecco cosa prevede  

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