Nel mese di luglio hai presentato il 730 così come fai ogni anno. La dichiarazione si è chiusa a credito di 800 euro. Ciò significa che le imposte che hai pagato allo Stato in busta paga sono maggiori rispetto a quelle effettivamente avresti dovuto pagare considerando eventuali agevolazioni, detrazioni, deduzioni, a cui hai diritto. Ora sei in attesa di ricevere il rimborso direttamente in busta paga e ti stai chiedendo quando arriverà l’accredito. Però stai aspettando da diverso tempo e a oggi non è arrivato alcun pagamento.
Se non lo ha ancora ricevuto vuol dire che c’è qualche problema con la tua dichiarazione ossia il Fisco ha accesso i suoi riflettori attivando probabilmente i cosiddetti controlli preventivi.
Di cosa si tratta e quando possono scattare tali tipo di controlli?
I rimborsi da 730
L’art.19 del D.M. 164/1999, in materia di rimborsi da 730, prevede che:
Le somme risultanti a credito sono rimborsate mediante una corrispondente riduzione delle ritenute dovute dal dichiarante sulla prima retribuzione utile e comunque sulla retribuzione di competenza del mese successivo a quello in cui il sostituto ha ricevuto il prospetto di liquidazione, ovvero utilizzando, se necessario, l’ammontare complessivo delle ritenute operate dal medesimo sostituto.
Di conseguenza, i rimborsi sono così effettuati: con modello 730 presentato a giugno: rimborso 730 a luglio/agosto; modello presentato a luglio: rimborso 730 ad agosto-settembre;
con modello presentato a settembre: rimborso ad ottobre/novembre.
Attenzione, il datore di lavoro (sostituto d’imposta) deve sempre ricevere prima i risultati contabili dall’Agenzia delle entrate per poter effettuare i conguagli in busta paga, rimborsi o trattenute da 730. Per le dichiarazioni sottoposte a controllo preventivo, il risultato (730-4) non è messo a disposizione del sostituto d’imposta (vedi circolare Agenzia delle entrate, n°4/2018).
I controlli preventivi sui rimborsi da 730
I controlli preventivi possono scattare quanto sono apportate delle modifiche al 730 precompilato. Tali tipo di controlli riguarda anche il 730 ordinario.
A ogni modo, se tali modifiche, incidono sulla determinazione del reddito o dell’imposta da versare allo Stato e presentano elementi di incoerenza ovvero determinano un rimborso di importo superiore a 4.000 euro: l’Agenzia delle entrate può attivare tale tipo di controlli.
Sono considerati elementi di incoerenza (vedi provvedimento Agenzia delle entrate del 30 maggio scorso), lo scostamento per importi significativi, rispetto al contenuto della dichiarazione, dei dati risultanti:
- negli F24;
- nelle certificazioni uniche e
- nelle dichiarazioni dell’anno precedente.
A ogni modo, i controlli possono scattare entro quattro mesi dal termine previsto per la trasmissione della dichiarazione, con forti conseguenze sulle tempistiche di esecuzione dei rimborsi da 730. Infatti, il rimborso che risulta spettante al termine delle operazioni di controllo preventivo è erogato dall’Agenzia delle entrate non oltre il sesto mese successivo al termine previsto per la trasmissione della dichiarazione.