Dal 20 dicembre sono iniziate le erogazioni dei rimborsi fiscali per i contribuenti senza sostituto. L’attesa per molti è quindi finita. Tuttavia, molti altri sono ancora in attesa, un’attesa che per alcuni diventerà vana. Infatti, per alcuni contribuenti non arriverà alcun accredito sul conto corrente. E adesso scopriremo il perché.
“Salve, sono in attesa del rimborso per il modello 730 del 2024. Per la prima volta ho dovuto scegliere la via del 730 senza sostituto visto che da sempre ci ha pensato il mio datore di lavoro a rimborsarmi con la busta paga di settembre. Nel 2024, però, ho lavorato solo fino a febbraio, perché poi ho dato le dimissioni e non ho più lavorato. Visto che sono andato a rimborso per 700 euro, volevo capire quando mi arriva questo rimborso e se è vero che arriva prima di Natale.
Rimborso 730 in arrivo ma non per tutti, ecco chi non lo riceverà
Chi ha spese sanitarie, spese assicurative, versa interessi sui mutui per la prima casa, ha sostenuto spese funebri o ha ristrutturato casa (ma ci sono molte altre tipologie di spese che possono rientrare) in genere scarica queste spese nel modello 730 o, in generale, con la dichiarazione dei redditi. Spesso ci si ritrova così con un 730 che produce un credito fiscale da recuperare: un rimborso che di solito si ottiene dopo pochi mesi dalla dichiarazione dei redditi, direttamente in busta paga per i lavoratori dipendenti oppure con il cedolino di pensione per i pensionati.
Per questo motivo, il datore di lavoro o l’ente pensionistico vengono chiamati sostituti d’imposta. In altri termini, il datore di lavoro o l’INPS, ad esempio, così come trattengono le tasse durante i mesi di erogazione degli stipendi o delle pensioni, allo stesso modo erogano i rimborsi derivanti dal modello 730.
Il modello 730 senza sostituto di imposta, ecco le date di accredito dei rimborsi
Quando non c’è il datore di lavoro o manca un soggetto che faccia da sostituto d’imposta, i rimborsi spettanti arrivano direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Ma, naturalmente, con più ritardo rispetto al rimborso erogato in busta paga o con il cedolino di pensione. In genere, i rimborsi arrivano prima di Natale. Anche quest’anno, infatti, sembra che i pagamenti siano partiti dal 20 dicembre scorso e che proseguiranno nei prossimi giorni, purché bancabili, dato che nei festivi difficilmente arrivano i rimborsi.
Tuttavia, i rimborsi arrivano solo a chi ha comunicato le coordinate bancarie all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Dopo l’invio del modello 730, infatti, il contribuente deve presentare all’Agenzia delle Entrate il “Modello per la richiesta di accredito su conto corrente bancario o postale dei rimborsi fiscali per persone fisiche”.
Perché serve l’Iban per accelerare i rimborsi?
In pratica, occorre indicare l’Iban del conto corrente su cui si desidera ricevere il rimborso. Può essere l’Iban di un normale conto corrente o quello di una carta prepagata (di quelle comunemente utilizzate oggi, che possiedono un proprio Iban). Chi non provvede a questo adempimento riceverà il rimborso con un assegno vidimato di Poste Italiane, intestato al contribuente beneficiario.
Quando si afferma che il rimborso 730 è in arrivo ma non per tutti, ci si riferisce principalmente a questi soggetti. Infatti, se attendono l’assegno vidimato, potrebbero dover aspettare più a lungo: potrebbe non arrivare prima di Natale, ma slittare addirittura al 2025, comunque entro il mese di marzo.
Ecco alcune comuni cause di ritardo nell’erogazione dei rimborsi 730
A dire il vero, per chi ha utilizzato il modello 730 senza sostituto, le cause di ritardo nel rimborso tanto atteso possono essere diverse. Ad esempio, se la dichiarazione dei redditi presenta anomalie bloccanti che hanno fatto scattare i controlli del Fisco. Oppure se il rimborso spettante supera i 4.000 euro, cifra che praticamente sempre fa partire un controllo automatico. Può anche accadere che l’Iban indicato nel modello sia errato in qualche cifra o lettera, e in questi casi il rimborso atteso slitta di diversi mesi.
Nella maggior parte dei casi non c’è da preoccuparsi, perché, pur se in ritardo, il rimborso non va perso. Diverso è il caso in cui i controlli concludano che il contribuente non ha più diritto al rimborso. In tal caso è evidente che non verrà erogato alcunché. Anzi, a volte esiste la concreta possibilità che, da un rimborso, ci si trovi poi a dover versare un’eccedenza di imposta a debito.