L’Antitrust ha bocciato l’articolo 88 Bis della scorsa Legge numero 27 del 2020 ovvero quella che ha convertito in legge il Decreto Cura Italia. Ricordiamo che essa proponeva il voucher come unico strumento di rimborso di tutti i voli cancellati per l’emergenza Coronavirus.
Nel dettaglio le compagnie aeree avevano la possibilità di emettere un voucher ovvero un buono del medesimo importo del biglietto che poteva essere utilizzato entro 1 anno e che il cliente doveva accettare.
Legge Italiana in contrasto con la normativa europea
La normativa europea prevede che vi sia per il consumatore la possibilità di scegliere tra rimborso del biglietto aereo e il voucher.
L’Autorità ha quindi ribadito quanto comunicato dall’esecutivo europeo: il cliente deve scegliere autonomamente se accettare i voucher o chiedere il rimborso.
Il commento del presidente di Konsummer e dell’Unione Nazionale Consumatori
Sulla questione del voucher al posto del rimborso è intervenuto anche Fabrizio Premuti, il presidente dell’Associazione Konsumer Italia, che ha dichiarato che era impensabile far perdere del denaro a tanti consumatori per un’emergenza sanitaria della quale loro non avevano nessuna colpa.
Quindi per l’Associazione chi non si è recato in vacanza o non ha preso l’aereo a causa del Decreto del 3 marzo ha diritto al rimborso subito e, qualora esso venga rifiutato, il consumatore potrà rivolgersi ad un giudice. Il consumatore dovrà quindi ricevere il rimborso in denaro e non un voucher a scadenza o la proposta del cambio di data come molte compagnie aeree stanno proponendo.
In molti casi i viaggi prenotati sono di migliaia di euro che in tempo di emergenza per chi ha perso il lavoro o non naviga in buone acque potrebbero essere davvero vitali.
Anche l’Unione Nazionale Consumatori è intervenuta sulla questione ed il presidente Massimo Donà ha dichiarato che Dario Franceschini dovrebbe assumersi le sue responsabilità dato che a lui è venuta l’idea dei voucher chiedendo di fatto con essi ai cittadini di sovvenzionare e di finanziare le imprese di viaggi e vacanze. Lo strumento del voucher ha poi secondo Donà danneggiato anche il settore turistico in quanto il consumatore adesso non prenota più la vacanza se non ha la certezza di poter arrivare alla meta prescelta o riavere i soldi indietro.