Rimborso dello stipendio badante per intero sulla pensione: le alternative quando la minima non arriva a 1000 euro (ultimissime proposte)

Come tutelare le pensioni che non superano i 1.000 euro al mese. La proposta dei sindacati per detrarre lo stipendio della banante sul reddito.
2 anni fa
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pensione

Sta per formarsi il nuovo governo a trazione centro destra e i sindacati premono per una riforma urgente delle pensioni. Una intervento che dovrebbe far leva anche sulla parte fiscale a difesa dei redditi più bassi.

A parlarne ultimamente è Maurizio Landini, segretario generale della CGIL che in una recente manifestazione a Roma ha ribadito la necessità di intervenire in maniera urgente sulle pensioni. Non c’è più tempo da perdere con una inflazione galoppante e famiglie in difficoltà.

Riforma pensioni, la proposta dei sindacati

Sullo sfondo aleggia la proposta di Berlusconi fatta in campagna elettorale per portare tutte le pensioni minime a 1.000 euro.

Buona l’idea, ma eccessivamente costosa e impossibile da realizzare nell’immediato.

Partendo da questa idea, però, il sindacato pensionati della Federazione Italiana Pensionati Attività Commerciali, aderente a Confesercenti (Fipac ) propone una alternativa. Quella di poter portare in detrazione l’intero stipendio che si paga a una badante a anziani che prendono meno di 1.000 euro al mese di pensione.

Un modo per pagare meno tasse sulla pensione di anziani in difficoltà che sono costretti ad avvalersi dell’ausilio quotidiano di badanti. In più sarebbe utile a combattere l’evasione fiscale, visto e considerato che in questo settore si annida una grossa percentuale di lavoro nero.

Un intervento mirato, quindi, verso coloro che non godono di trattamenti pensionistici favorevoli e magari campano con meno di 1.000 euro al mese. Costretti a dare tutto quello che prendono dall’Inps alla badante per l’assistenza quotidiana. Dunque una riforma fiscale più che previdenziale che però andrebbe a tutto vantaggio delle pensioni inferiori a 1.000 euro al mese.

Il lavoro nero domestico

Ma perché nel settore domestico c’è maggiore evasione fiscale e contributiva che in altri lavori? Come rilevato da una recente indagine dall’associazione dei datori di lavoro domestico Assindatcolf, si evade per necessità, per evitare gli elevati costi che graverebbero sui datori di lavoro domestici (tributi e contributi).

Ma incide anche l’atteggiamento dei lavoratori in questo ambito che magari si trovano in disoccupazione o pensione e preferiscono lavorare in nero piuttosto che vedersi decurtare gli assegni Inps in caso di regolarizzazione del rapporto di lavoro. In questo senso l’Assindatcolf ha suggerito più volte di adottare misure di sostegno per le famiglie che consentano l’emersione dal sommerso dei rapporti di lavoro irregolari.

Una possibile soluzione potrebbe essere quella di poter dedurre interamente il costo del lavoro domestico, rendendo il lavoro regolare più vantaggioso di quello in nero. Come appunto sostenuto e proposto da Fipac da anni. Proponendo la detrazione dello stipendio per intero delle badanti ai pensionati con basso reddito.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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