L’importanza del modello 730 per molti contribuenti assume una rilevanza maggiore rispetto ad altri. In linea di massima la dichiarazione dei redditi (sia con il modello 730 che con il modello Redditi PF), serve per consentire al contribuente di pagare le tasse sui redditi. E parliamo di IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) e delle sue due addizionali, regionali e comunali. Ma chi invece deve recuperare l’eccedenza di imposta a credito, perché ha pagato più tasse di quelle che doveva, o perché ha tante spese da scaricare, attende il 730 ancora con maggiore veemenza.
Il rimborso IRPEF può arrivare in busta paga se il contribuente è un lavoratore dipendente con sostituto di imposta. Sul cedolino della pensione se invece il contribuente è un pensionato. E sul conto corrente in tutti gli altri casi, sempre che lo stesso contribuente completi la procedura ed adempia a un obbligo ben definito che suggeriamo di completare anche al nostro lettore.
“Buongiorno, sono un contribuente che ha appena adesso presentato il modello 730. Lavoro da sempre e ogni anno ho presentato il 730 prendendo il rimborso spettante direttamente nella busta paga. Salvo un paio di anni in cui anziché ricevere un rimborso, nella busta paga mi sono trovato trattenute IRPEF. Dal mese di giugno 2022 ho cambiato azienda, e il mio nuovo datore di lavoro mi ha detto di presentare il modello 730 senza indicarlo come sostituto di imposta. Perché secondo lui non è capiente e anche perché forse tra qualche settimana mi fermerà, licenziandomi. Per poi riassumermi a fine anno. Carenza di cantieri. Ma allora, il mio rimborso fiscale chi me lo paga adesso? Mi hanno detto che arriverà sul mio conto corrente, ma come fa il Fisco a conoscere il mio IBAN?”
Rimborso IRPEF dopo il 730: ecco a chi arriva sul conto corrente senza passare dalla busta paga
Il caso del nostro lettore è il tipico caso di contribuente che non ha un sostituto di imposta.
in effetti il modello si chiama proprio 730 senza sostituto. Significa che i conguagli fiscali derivanti dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, sia a credito che a debito, vengono risolti direttamente con l’Agenzia delle Entrate e non con il datore di lavoro. Rimborsi e trattenute quindi non in busta paga o con il cedolino di pensione, ma con bonifici da parte delle Entrate. La controindicazione è che si dilatano i tempi per ottenere il rimborso, se spettante, o che si deve provvedere al pagamento delle tasse con F24 e non con trattenute sullo stipendio o sulla pensione.
Senza sostituto il 730 si chiude diversi mesi dopo
In genere con la busta paga di agosto, relativa al mese di lavoro di luglio, i dipendenti che hanno indicato il datore di lavoro come sostituto, ricevono i rimborsi o subiscono le trattenute. Ma solo se hanno presentato la dichiarazione dei redditi subito. Per i ritardatari, posticipando la dichiarazione dei redditi si posticipa pure l’eventuale rimborso.
Per i pensionati invece è il cedolino di pensione di agosto quello del rimborso. Solo i lavoratori del settore pubblico che hanno presentato la dichiarazione per tempo, prendono il rimborso già con il mese di luglio. Resta il fatto che anche in presenza di sostituto di imposta il rimborso varia in base alla data di trasmissione del 730. E non poteva essere diversamente per i contribuenti senza sostituto di imposta, con l’accredito del rimborso che dipende dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi, ma non solo.
Bonifico sul conto corrente o assegno, cambiano i tempi di ricezione del rimborso
Molti contribuenti che hanno presentato il modello 730 per il 2023 si chiedono quando arriverà il rimborso IRPEF sul conto corrente non avendo sostituto di imposta. La comunicazione delle coordinate bancarie all’Agenzia delle Entrate è fondamentale per consentire al Fisco di liquidare il rimborso entro il mese di dicembre. Con il 730 infatti dovrebbe uscire anche il foglio da presentare all’Agenzia delle Entrate ed in cui indicare l’IBAN. In questo caso l’Agenzia delle Entrate erogherà il rimborso direttamente tramite bonifico sul conto corrente indicato dal contribuente. Ed in genere, entro il sesto mese dalla data di presentazione della dichiarazione o dalla data di trasmissione della stessa.
Senza comunicare le coordinate bancarie o postali, evidente che i tempi di rimborsi si dilatano. Perché lo stesso rimborso arriverà con assegno circolare al domicilio fiscale del contribuente. Un assegno spedito per posta che poi va cambiato nelle diverse modalità che l’operazione prevede e variabili da soggetto a soggetto. In genere, l’assegno arriva al contribuente entro il mese di marzo dell’anno successivo quello di presentazione della dichiarazione dei redditi.