L’Arbitro Bancario Finanziario ha disposto il pieno rimborso del denaro perso da una donna di Bergamo a seguito di una truffa bancaria e questa decisione, per l’associazione Codici, aprirà un debole spiraglio per la tutela dei consumatori.
Già gli aumenti di tutti i generi dell’ultimo periodo (compresi quelli alimentari) stanno facendo perdere parte dei propri risparmi per cui dover fare a meno di altro denaro, per colpa di vili raggiri, è un qualcosa di ancora più duro da digerire.
Bisogna quindi tenere gli occhi sempre aperti perché ci sono persone senza scrupoli che ogni giorno ne inventano una più del diavolo pur di poter accedere ai conti bancari, alle carte di credito o alle informazioni finanziarie personali delle loro vittime.
Per queste ultime, però, ora si apre uno spiraglio sulla possibilità di ottenere il rimborso grazie a una pronuncia dell’Abf. Vediamo cosa è successo.
Cosa è successo alla vittima di un caso di caller ID spoofing
La truffa ai danni di Intesa Sanpaolo non è la sola che mietuto delle vittime. C’è anche quella ai danni di banca Ing della quale vi parleremo in questo articolo.
Quest’ultima è avvenuta mediante caller ID spoofing. Si tratta della tecnica attraverso la quale si modifica il numero del chiamante per indurre la vittima a cadere nel tranello. Ci si finge, ad esempio, di essere l’istituto bancario (come banca Ing).
Nel caso in questione, una donna di Bergamo, cliente di banca Ing, ha ricevuto prima una telefonata e poi diversi messaggi da numeri ufficiali dell’istituto di credito. Era quindi sicura che fosse proprio quest’ultimo ad averla chiamata.
Più nel dettaglio, ha spiegato Ivano Giacomelli di Codici, la truffa bancaria è iniziata con una chiamata sul cellulare della signora. A chiamarla era un finto operatore Ing che informava la donna che sulla sua carta di credito/debito erano in corso operazioni fraudolente.
Rimborso truffa bancaria: l’Abf dà l’ok e si apre uno spiraglio per la tutela dei consumatori
Purtroppo una signora di Bergamo è rimasta vittima di una truffa bancaria congeniata ad arte. Dopo aver seguito le indicazioni del falso operatore Ing che le ha chiesto le ultime quattro cifre delle proprie carte come operazione di verifica, poco dopo ha constatato che le erano stati effettuati prelievi di 800 euro circa su tutte due le carte. In più, dopo poco ha ricevuto un messaggio dal numero della banca nel quale veniva informata degli addebiti che poi le sarebbero stati subito riaccreditati. Purtroppo, però, ciò non è mai accaduto. La donna, quindi, ha chiamato il giorno seguente la banca e ha scoperto di essere caduta nel tranello di vili truffatori. Ha denunciato, quindi, l’accaduto ai Carabinieri e comunicato all’Istituto di Credito di non aver autorizzato mai le due operazioni. La banca, però, non ha ascoltato le sue ragioni per cui la donna si è rivolta all’Arbitro Bancario Finanziario che le ha dato ragione.
Per l’associazione a difesa dei consumatori si tratta di una vittoria importante che è quasi in controtendenza con le altre. Codici ritiene infatti che dovrebbero essere gli istituti a migliorare i loro sistemi di sicurezza piuttosto che pretendere che i cittadini diventino degli esperti informatici.
La speranza è quindi quella che con questa nuova pronuncia, inizi una fase che migliori i diritti dei consumatori. Ovviamente questi ultimi dovranno continuare a mantenere alta la guardia e prestare la massima attenzione alle comunicazioni che ricevono dalla banca anche se arrivano da canali ufficiali.
Il suggerimento è quindi quello di mantenere la calma in situazioni come quella accaduta alla signora e contattare il servizio clienti per verificare la situazione.
Riassumendo…
1. In merito a una truffa bancaria ricevuta da una donna di Bergamo, arriva una sentenza favorevole per una signora di Bergamo
2. Per l’associazioni Codici potrebbe trattarsi di uno spiraglio di apertura per la tutela dei consumatori
3. L’Abf ha invitato infatti la banca a restituire alla malcapitata la somma perduta.