Rincaro bollo auto per veicoli Euro 3 è una stupida tassa sulla povertà

Bollo auto più caro per i veicoli Euro 3, ma sarebbe una tassa sui più poveri e che graverebbe sul Sud. E l'ambiente potrebbe anche risultare più inquinato, non meno.
7 anni fa
3 minuti di lettura

Più inquini, più paghi. Sarebbe questo il principio alla base della proposta di legge che la senatrice del PD, Laura Puppato, vorrebbe fosse inserita nella legge di Stabilità 2018, prevedendo che il bollo auto non venga più legato alla potenza del motore, bensì al grado di inquinamento prodotto dal veicolo. Secondo lo schema paventato poco tempo fa dal ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, le auto con motore Euro 3, quelle immatricolate tra il 2001 e il 2006, pagheremmo di più di quelle immatricolate negli anni seguenti e meno inquinanti.

L’intento del governo è chiaro: incentivare l’acquisto di auto nuove, ma non tramite i noti incentivi degli anni passati (non sostenibili sul piano finanziario, a detta dello stesso Calenda), bensì “punendo” chi ne possiede una vecchia e con emissioni maggiori di CO2. (Leggi anche: Bollo auto più caro per le macchine che inquinano, aumenti già dall’anno prossimo?)

Bollo auto più caro al Sud e tra i più poveri

Senonché, una norma apparentemente di buon senso, che strizza l’occhio all’ambientalismo di casa nostra, rischia di tradursi in una misura altamente regressiva, in una vera tassa sulla povertà. Il perché non è difficile da capire: a possedere un’auto più vecchia è solitamente una famiglia con disponibilità di reddito minori, costretta spesso a rinviare l’acquisto di una nuova per carenza di liquidità o perché non gli risulterebbe possibile rivolgersi a una finanziaria per il pagamento in rate. Si pensi a un disoccupato, che non avendo reddito, non può nemmeno recarsi in banca o presso un’agenzia finanziaria per ottenere un prestito.

I dati dell’Osservatorio di Facile.it della scorsa primavera hanno trovato una realtà ancora più complessa, stimando per l’Italia un parco macchine della longevità media di 9 anni e 6 mesi, pur in lieve calo dai 9 anni e 10 mesi del semestre precedente. Dunque, mediamente un automobilista italiano possiede un veicolo vecchio di quasi un decennio, ma con differenze anche notevoli tra Nord e Sud.

Le regioni con il parco macchine più giovane sono tutte settentrionali, quelle meridionali sono in fondo alla classifica e mostrano una maggiore longevità media. (Leggi anche: Crisi auto, parco macchine invecchia)

I dati delle regioni

E così, si scopre che la Sardegna è la regione con il parco macchine più vecchio con 10,79 anni di età, seguita dai 10,54 anni della Sicilia, dai 10,24 anni della Calabria e i 10,08 della Basilicata. Al contrario, Toscana, Lombardia ed Emilia-Romagna hanno le auto più giovani con rispettivamente 8,53, 8,86 e 8,9 anni.

E ancora un altro dato su cui riflettere. Monitorando i prezzi, si scopre che una quattro ruote vale mediamente in Italia 9.470 euro, ma con un minimo di 8.021 euro in Sardegna e un massimo di 11.237 euro in Trentino-Alto-Adige. Anche in questo caso, pur con qualche rilevante eccezione (in Molise si ha il secondo valore medio più alto con 10.768 euro), il Sud presenta i valori più bassi e il Nord quelli più alti. Naturale che sia così, dato che il prezzo di mercato di un veicolo è legato alla sua longevità da un rapporto inversamente proporzionale.

Ora, cosa accadrebbe se il governo imponesse un bollo auto più salato per le auto Euro 3? A pagare di più sarebbero gli automobilisti meridionali e quelli, in generale, a basso reddito. Una beffa doppia, visto che si tratterebbe anche di veicoli dal prezzo di mercato relativamente più basso, ovvero si pagherebbe di più per possedere una quattro ruote più vecchia e dal valore minore. Poiché risulta difficile immaginare, specie in tempi come questi, che un automobilista compri un veicolo nuovo per sfuggire a un bollo più alto, nei fatti sarà costretto a subire la stangata. Insomma, chi più povero è, più pagherà.

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Imprenditoria femminile, in arrivo pioggia di soldi per nuovi aiuti
Articolo precedente

Donne e lavoro, nuove imprenditrici con finanziamenti dedicati

Articolo seguente

Stirare e risparmiare energia elettrica: quando il ferro da stiro non serve davvero