Così non si tutela l’ambiente
Che quella del governo sia una stupidaggine bella e buona lo dimostra anche un’altra constatazione: le emissioni inquinanti dipendono anche dalla cilindrata del motore, per cui legare il bollo auto alla data di immatricolazione potrebbe non tutelare affatto di più l’ambiente. Un esempio? Sempre per i dati di Facile.it, nel 2016 ad avere inquinato di più sono stati i veicoli di Trentino-Alto-Adige (123 grammi per km), Valle d’Aosta (121 grammi) e Lombardia (120 grammi), con le prime due regioni non a caso ai vertici della classifica per potenza media del motore rispettivamente a 1.644 e 1.557 cc. E sarebbero anche le regioni con la maggiore percentuale di veicoli Euro 5 ed Euro 6. Campania, Sicilia e Sardegna sono state, invece, le meno inquinanti (a Napoli 91/km), trattandosi di regioni con cilindrata media piuttosto bassa, rispettivamente di 1.403, 1.429 e 1.430 cc. La media italiana di inquinamento è risultata di 118,1 grammi di Co2 per km.
Saremmo dinnanzi a un’evidente ingiustizia, oltre che a una misura del tutto sconclusionata, perché farebbe pagare di più a chi magari inquina di meno (rispetto a un Euro 4, 5 e 6 di maggiore cilindrata) e disporrebbe di redditi medio-bassi. Per questo, prevediamo che lo stato opterà non già per passare a un nuovo sistema di tassazione delle auto, bensì per introdurre una semplice sovrattassa su quelle più vecchie. Per fortuna, l’anno prossimo ci sono le elezioni politiche e scommettiamo pure che la maggioranza rinvierà una misura così impopolare di qualche anno.