Il rimbalzo del PIL c’è ed è tutt’ora in corso. Nei primi sei mesi del 2021, la crescita acquisita è stata del 4,8%. Ma il dato è destinato a salire con l’aumento del PIL nella seconda metà dell’anno. La ripresa economica in Italia sfiorerebbe il 6% quest’anno, con l’OCSE che prevede +5,9%. Siamo partiti da -8,9% nel 2020, un crollo provocato dalla pandemia. Il recupero del prodotto interno lordo perduto sarà, dunque, parziale, ma stando alle previsioni avverrà del tutto entro la prima metà del 2022.
Passando dalle percentuali ai numeri, scopriamo che quest’anno la ripresa economica equivarrebbe a un aumento del PIL di circa 125-130 miliardi di euro, tenuto conto anche del tasso d’inflazione vicino al 2%. Infatti, nel 2020 siamo crollati da 1.788 a 1.652 miliardi. Il balzo di questo 2021 esiterebbe un aumento del gettito fiscale nell’ordine dei 50-55 miliardi, tenuto conto che la pressione fiscale nel nostro Paese si attesti nell’ordine del 42-43% del PIL. E questo dato ci spinge a credere che la maggiore crescita rispetto alle previsioni ridurrà il deficit pubblico sotto l’11,9% stimato dal governo.
Ripresa economica legata al Covid
Allo stesso tempo, la ripresa economica di quest’anno equivarrebbe a un aumento medio pro-capite della ricchezza di oltre 2.000 euro. Sarebbe un balzo rilevante per un’economia con un PIL pro-capite sceso a 27.500 euro nel 2020. Finalmente, torneremmo nei pressi dei 30.000 euro. E il boom proseguirebbe nel 2022, con una crescita del PIL che si attesterebbe sopra il 4%. Stimando un’inflazione intorno allo stesso dato medio atteso dalla BCE per l’Eurozona (1,7%), arriveremmo a un PIL di 1.885 miliardi. E il gettito fiscale salirebbe ancora di altri 45 miliardi.
In termini reali, cioè depurato il dato dall’inflazione, il PIL reale risulterebbe cresciuto di oltre mezzo punto rispetto al 2019. In sostanza, avremo perso altri tre anni. Tuttavia, la ripresa economica post-Covid appare incamminarsi su un sentiero positivo. Chiaramente, l’evoluzione dipenderà dalla pandemia nei prossimi mesi. Eventuali ulteriori restrizioni anti-Covid rallenterebbero il ritmo di crescita. E l’impatto sull’economia lo hanno anche il grado di espansione fiscale e monetaria. Non a caso, la BCE si tiene ultra-accomodante e sugli stessi governi dell’Eurozona non sembra sentirsi alcun fiato sul collo per mettere in ordine i conti pubblici. Il 2021 non somiglia affatto al 2011.