La risalita dei rendimenti a lungo termine è un’opportunità di ingresso nel mercato

I rendimenti a lungo termine sono risaliti nelle ultime sedute e questo può consentire l'ingresso sul mercato a prezzi allettanti.
9 ore fa
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Rendimenti a lungo termine in risalita
Rendimenti a lungo termine in risalita © Licenza Creative Commons

Ieri, sul mercato obbligazionario sono tornati gli acquisti dopo due sedute di vendite e che avevano fatto impennare particolarmente i rendimenti a lungo termine. Il BTp a 50 anni, la scadenza sovrana italiana più longeva, aveva chiuso venerdì scorso sotto il 3,80% e mercoledì raggiungeva l’apice del 3,93%, salvo scendere ieri al 3,87%. Lo stesso decennale era esploso dal 3,45% al 3,56% per tornare poi sotto il 3,50%.

Prezzi giù col sell-off

L’impennata dei rendimenti a lungo termine sta consentendo l’ingresso sul mercato obbligazionario a prezzi più allettanti a chi ne era rimasto fuori, almeno su questo tratto della curva dei tassi. Tornando al BTp 2072, la sua quotazione si attestava sopra 64 centesimi la settimana scorsa, mentre mercoledì chiudeva a 62,56.

Ieri, una parziale risalita a 63,40. Spostandoci all’estero, il bond austriaco a 100 anni è precipitato da 43 a fin sotto 40 centesimi, ai minimi da metà gennaio. Ieri, tornava nei pressi dei 41 centesimi.

Cosa accade tra tassi e geopolitica

Cos’è accaduto? Questa settimana è iniziata all’insegna delle cattive notizie sul piano macroeconomico. Prima l’amministrazione Trump ha annunciato dazi al 25% sulle importazioni di alluminio e acciaio e dopo l’inflazione americana è salita al 3% nel mese di gennaio, ancora una volta smentendo al rialzo le previsioni. Il taglio dei tassi di interesse a marzo per la Federal Reserve sembra allontanarsi. Il mercato ne prevede appena uno dello 0,25% per quest’anno.

La temperatura si è solo in parte stemperata nella giornata di ieri dopo che si è appreso del colloquio tra il presidente Donald Trump e l’omologo russo Vladimir Putin per avviare il negoziato di pace sull’Ucraina. Questa novità preluderebbe ad un possibile allentamento delle tensioni sul mercato energetico europeo, tant’è che il prezzo del gas è sceso dai massimi da 2 anni insieme a quello del petrolio. Ciò impatta sulle aspettative d’inflazione, che a loro volta hanno riflessi sui rendimenti a lungo termine.

Rendimenti lungo termine legati all’inflazione

Cosa ci aspetta per le prossime settimane? Incertezza. Purtroppo, la geopolitica interferisce con il piano economico e non crea uno scenario semplice da decifrare. I dazi di Trump sono un bluff per negoziare su altro o una minaccia reale? E l’inflazione resterà alta, continuerà a salire o finalmente si avvierà verso una discesa stabile? A differenza dei rendimenti a breve, i rendimenti a lungo termine non risentono direttamente della politica monetaria. Può accadere che la banca centrale tagli i tassi e i primi scendano, mentre i secondi salgano. Ciò si verifica quando il mercato prevede il rischio di una risalita dell’inflazione. Sta accadendo proprio questo in America e ciò non può non avere conseguenze anche in Europa, dove l’operato delle banche centrali non prescinde del tutto da quello della Fed per non colpire i tassi di cambio ed evitare di importare così inflazione dall’estero.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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