L’IVASS, l’authority di vigilanza sulle compagnie assicurative operanti in Italia, ha disposto ieri il blocco dei riscatti per le polizze Eurovita. La decisione è valida a partire dalle ore 20.00 del 6 febbraio e fino al 31 marzo prossimo. In questo lasso di tempo, i clienti non potranno riscattare i premi versati. La misura si è resa necessaria per arrestare la corsa ai riscatti che si era scatenata dopo la mancata vendita della compagnia al fondo di private equity JC Flowers. Per capire cosa stia succedendo, dobbiamo fare un passo indietro.
Stop a riscatti polizze Eurovita
Nei mesi scorsi, l’IVASS aveva rilevato un Solvency Ratio II inferiore ai limiti regolamentari. Perciò, aveva sollecitato Eurovita ad aumentare le riserve di oltre 200 milioni di euro. Il fondo Cinven, azionista di riferimento, non disponendo delle risorse per adempiere alla richiesta, aveva subito intavolato alcune trattative per la vendita. Si era fatta avanti JC Flowers con un’offerta di 300 milioni insieme al riassicuratore Munich Re. Il fondo era stato azionista di Eurovita fino al 2017. Il negoziato sembra procedere positivamente, ma si è interrotto nei giorni scorsi bruscamente. Non sono note le ragioni.
A quel punto, l’IVASS aveva nominato Alessandro Santoliquido commissario per la gestione provvisoria della compagnia. Si tratta di un manager molto apprezzato sul mercato, che ha l’intento di mettere in sicurezza la compagnia sotto il profilo patrimoniale. Bisogna o trovare un acquirente o ricapitalizzare tramite gli azionisti attuali. Essendo sfumata la prima ipotesi e mostrandosi improbabile la seconda, i clienti hanno avuto paura e da giorni riscattavano le polizze per tornare in possesso dei premi versati.
Gli esclusi dal blocco IVASS
Date le dimensioni medie della compagnia, l’IVASS ha rilevato che questa corsa ai riscatti rischiava di destabilizzare non solo Eurovita, ma l’intero mercato assicurativo italiano. Da qui la decisione del blocco.
Cos’è il Solvency Ratio II? E’ un indice di solvibilità, che serve a segnalare la disponibilità sufficiente di mezzi con cui fronteggiare proprio i riscatti nell’arco del tempo. Al 31 dicembre 2021, Eurovita risultava avere raccolto premi per 1 miliardi e 23,8 milioni di euro, di cui per il 99,98% afferenti al Ramo Vita e solo per lo 0,02% al Ramo Danni. Probabile che il commissario in queste settimane faccia di tutto per cercare di vendere la compagnia a uno o più investitori interessati, al fine di sbloccare i riscatti delle polizze dopo marzo ed evitare una crisi di fiducia verso il sistema assicurativo sul mercato domestico. Irreparabile, comunque sia, il danno d’immagine. Per Eurovita dall’1 aprile sarà difficilissimo continuare ad operare in Italia sotto le stesse insegne.