Riscatto dei contributi, quanto costa e quando conviene chiederlo: simulazione e calcolo

Quando conviene fare il riscatto dei contributi ed effettuare i versamenti volontari. Simulazione di calcolo e convenienza.
3 anni fa
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contributi

I contributi da riscatto servono a coprire eventuali periodi assicurativi rimasti vuoti a causa di perdita di lavoro o per assenze giustificate. Uno degli esempi più conosciuti è il riscatto laurea, ma ve ne sono tanti altri.

In tutti i casi, il riscatto dei contributi su base volontaria permette all’assicurato di raggiungere determinati livelli di copertura utili ai fini del diritto alla pensione. Oltre che alla misura della stessa che sarà calcolata al momento opportuno.

Riscatto dei contributi, quando chiederlo

Il riscatto dei contributi, benché volontario, deve essere sempre autorizzato dall’istituto di previdenza.

Normalmente si presenta una domanda per via telematica al Inps o altro ente pensionistico che, valutato il caso, autorizza la prosecuzione volontaria dei versamenti a titolo oneroso.

Ovviamente l’ostacolo principale è rappresentato dal costo che bisogna sostenere per coprire i periodo scoperti. L’importo, a seconda dei casi e delle varie gestioni previdenziali, può raggiungere cifre importati non sempre sostenibili. Soprattutto se si ha perso il lavoro.

Tuttavia, non sempre i versamenti volontari dei contributi sono utili per andare in pensione. Se, ad esempio, un lavoratore ha già maturato i requisiti contributivi minimi per la pensione di vecchiaia (20 anni) e sta aspettando di compiere l’età, a poco servirà versare contributi volontari.

Viceversa se a un lavoratore mancassero 6 mesi di contributi per accedere alla pensione anticipata, allora varrebbe sicuramente la pena pagare per raggiungere il requisito mancante.

Quanto costano i versamenti volontari

Quanto bisogna versare di contributi volontari per avere la copertura ai fini pensionistici? L’importo varia in base a due fattori: la retribuzione media del lavoratore e la gestione del fondo pensione.

Nel caso di un ex lavoratore dipendente, il calcolo è fatto partendo dalla retribuzione media dell’ultimo anno di lavoro sulla quale è applicata una aliquota del 33%. Posto un livello retributivo di 25 mila euro, ad esempio, i contributi da versare nel FPLD è di 8.250 euro all’anno.

Per gli autonomi l’aliquota è pari al 24% della retribuzione minima stabilita ogni anno per gli artigiani e commercianti. Mentre per coloro che sono iscritti alla Gestione Separata Inps, l’aliquota è pari al 25% del reddito annuo e del 33% per i collaboratori.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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