L’Europa è sotto choc dopo che il presidente Donald Trump ha avviato le trattative per la pace con la Russia, escludendo sia l’Ucraina che il resto del continente dal tavolo negoziale. L’attacco al presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha gettato Bruxelles nel panico. L’ombrello di Washington per garantire la sicurezza europea non è più scontato. Dietro all’apparente voltafaccia della Casa Bianca si celerebbe il forte rischio percepito dall’establishment trumpiano che l’America si stia già avviando verso un terribile declino economico e geopolitico.
Unica superpotenza mondiale con crollo dell’Urss
Con la caduta del Muro di Berlino l’America è rimasta l’unica superpotenza mondiale, per questo incontrastata.
Ciò le ha garantito senza dubbio vantaggi da ogni punto di vista. Nessuno le ha potuto impedire, ad esempio, di attaccare Afghanistan e Iraq agli inizi del nuovo millennio. Ancora oggi la Cina è militarmente molto meno equipaggiata per potersi permettere un confronto diretto con gli Stati Uniti. La Russia, poi, non è più riuscita a risollevarsi fino a tornare ai fasti dell’ex Unione Sovietica.
Cifre del rischio declino dell’America
Ed è proprio quando la superpotenza pensava di regnare senza limitazioni per chissà ancora quanti secoli che si sono intraviste le prime crepe. Nel 2000 il debito pubblico americano era sotto il 53% del Pil, mentre l’anno scorso chiudeva al 123%. Un boom del 70% in rapporto al prodotto interno lordo, tra l’altro frenato dall’azzeramento dei tassi di interesse per anni perseguito dalla Federal Reserve. L’Ufficio per il Bilancio del Congresso ha stimato che il debito emesso sul mercato passerà dai 28.500 miliardi di dollari dello scorso gennaio (poco meno del 100% del Pil) ai 50.700 miliardi del 2034 (circa 122,4%).
La spesa netta per interessi sul debito è vista salire dagli oltre 1.000 miliardi del 2024 ai 1.700 miliardi del 2034, quando supererebbe il 4% del Pil da meno del 3% dello scorso anno. Questi numeri rappresentano i prodromi di un possibile declino dell’America, la quale non può più permettersi di svolgere il ruolo eterno di poliziotto del mondo. Da cui l’ira di Trump verso gli alleati europei, accusati di attingere alla sicurezza USA a scrocco. Non ha torto. L’Unione Europea germano-centrica fa la precisina sui conti pubblici, quasi irridendo le politiche fiscali espansive degli alleati. Non dice ai suoi stessi cittadini che gran parte di tale rigore è reso possibile dall’insufficiente spesa militare.
Sicurezza a scrocco in Europa
Washington s’indebita da decenni anche per noi europei. Se fino al collasso dell’Urss era un’opzione di fatto obbligata, adesso che le istituzioni comunitarie hanno avocato a sé molti poteri, perlomeno la Casa Bianca si aspetterebbe che fossimo in grado di provvedere da soli alla nostra sicurezza. Il budget per la difesa negli USA sfiorerà quest’anno i 900 miliardi. Secondo una stima più estensiva, supererà nettamente i 1.000 miliardi, come già l’anno scorso. Non è più un trend sostenibile, tant’è che Elon Musk, nel suo ruolo di “Mr. Mani di Forbice”, punta a ridurre persino il bilancio del potentissimo Pentagono.
L’America sa che il suo declino avverrebbe nel momento in cui la spesa per interessi galoppasse e non fosse più credibile come attore geopolitico internazionale. Già oggi il resto del pianeta dubita che il suo governo possa sostenere un conflitto duraturo di un certo livello. E questo per un’entità “imperiale” rappresenta una grossa vulnerabilità. Un impero non solo deve essere forte, ma deve anche apparire tale per dissuadere i nemici dal minacciarlo. Tra l’altro, il debito americano lo finanziano i creditori esteri, tra cui cinesi. Un’ulteriore debolezza per zio Sam.
Declino dell’America evitabile con nuovo ordine mondiale?
Qual è l’obiettivo della politica estera trumpiana? Dar vita a un nuovo ordine mondiale, così che l’America eviti il declino grazie un crescente disimpegno in aree del pianeta che non costituiscono una minaccia diretta. L’Europa dovrà provvedere da sé, mentre con russi e cinesi saranno designate le sfere di reciproca influenza. Se funzionasse, Washington potrebbe ridurre gradualmente la spesa militare e contenere l’aumento del debito. E forse l’assenza di pericoli immediati esterni può agevolare una politica fiscale più responsabile, con i cittadini chiamati o a rinunciare a determinati servizi e/o a pagare più tasse per far quadrare i bilanci.