Il recesso o risoluzione consensuale del contratto di lavoro si verifica nei casi in cui entrambe le parti sono concordi nell’interrompere il rapporto di lavoro. Si perde il reddito di cittadinanza?
La normativa vigente sancisce che chi interrompe il rapporto di lavoro perde il Reddito di Cittadinanza per 12 mesi. E questo è chiaro. L’articolo 2 del DL n. 4 del 2019 ha ristretto il divieto di accesso al Reddito di Cittadinanza solo al componente disoccupato in seguito a dimissioni volontarie.
Il resto del nucleo familiare mantiene il diritto ma con una somma più ristretta perché composto da una persona in meno.
Rispondiamo ad un quesito giunto in Redazione su questo argomento:
“Ho trovato la sua mail mentre cercavo risposte alla mia domanda su Google. Sono una ragazza di 27 anni che ha il reddito di cittadinanza. Il mio nucleo familiare è composto da tre persone: io, mia sorella minorenne e mio padre, (mia madre deceduta). Il nostro ISEE è di circa 6.000€ e sono l’unica che lavora, pertanto con un contratto occasionale in un call center. Siccome i titolari hanno cambiato sede lavorativa ho dato le dimissioni, “RISOLUZIONE CONSENSUALE”. Questo mese il reddito non ci sarà in quanto sono terminati i 18 mesi ma ho fatto richiesta per il prossimo. C’è possibilità di perdere il reddito?”.
Risoluzione consensuale del rapporto di lavoro e Reddito di Cittadinanza: si ha diritto all’assegno?
Il Reddito di Cittadinanza è un sostegno economico che viene riconosciuto ai familiari. L’articolo 2 delle Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni ha subito delle revisioni.
La normativa escludeva dal beneficio economico il soggetto che consegnava dimissioni volontarie, oltre che il nucleo familiare.
Con la conversione in legge del DL numero 4 del 2019 la regola di accesso al Reddito di Cittadinanza è divenuta meno rigida. Solo il componente che ha scelto di lasciare il lavoro è escluso dal reddito di cittadinanza.
Pertanto, nel caso riportato, i componenti del nucleo familiare (la sorella minore ed il padre della ragazza) possono richiedere il Reddito di Cittadinanza e non perderlo. L’unica differenza è che l’importo erogato sarà di ammontare inferiore.
Pertanto, anche se la ragazza ha dato le dimissioni volontarie con risoluzione consensuale non è detto che perda il beneficio economico visto che i componenti del nucleo familiare possono presentare la domanda per richiederlo.
“La legge di conversione, infatti, limita l’esclusione al solo componente disoccupato che abbia presentato le dimissioni volontarie, riducendo nella misura di 0,4 punti il parametro della scala di equivalenza ai fini del reddito di cittadinanza”,
è quanto recita la Circolare INPS n. 100 del 5 luglio 2019.
Il nucleo familiare può beneficiare del reddito di cittadinanza, ma le dimissioni volontarie di uno dei suoi componenti hanno un impatto anche sugli altri.