Dai dati forniti da S&P Global Market c’è chi sta scommettendo che i Btp italiani calino di prezzo. In primo luogo perché il nostro paese è molto esposto alla crisi energetica e poi perché c’è il timore che le elezioni possano portare ad una instabilità. Inoltre perché la Bce ha aumentato i tassi di interesse e concluso il piano acquisto titoli. Anche il Finacial Times parla di un record di Btp presi in prestito con lo scopo di speculare al ribasso a seguito dell’analisi diramata dalla S&P Global Market.

In una situazione come questa in molti si chiedono che fare con i propri investimenti ed Altroconsumo dà dei suggerimenti.

Come tutti sapranno i Btp sono condizionati dalla volatilità del mercato per cui chi ha un piccolo capitale da investire potrebbe anche optare per i buoni fruttiferi postali. Tali prodotti non sono soggetti al mercato ma solo ai Decreti Legge che ogni tanto cambiano i tassi. I buoni, poi, sono garantiti dallo Stato, sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti e collocati sul mercato da Poste Italiane.

I Btp ed i buoni fruttiferi postali

Se la situazione inerente ai Btp tornerà alla normalità, il loro prezzo aumenterà. Nel caso del buono del Tesoro a scadenza lunga, sottoscrivendolo, si potrebbe guadagnare qualcosina. I btp a lungo termine, però, hanno scadenze lunghe e sono quelli più sensibili ai prezzi. L’alternativa secondo Altroconsumo potrebbe essere quella di acquistare Btp a scadenza breve per tenerli nel portafoglio. Sono comunque prodotti rischiosi per cui il suggerimento è quello di diversificare sempre. I buoni del Tesoro si possono acquistare tranquillamente senza impegnare tutto il proprio capitale. Il 35% del proprio portafoglio difensivo o il 10% di quello equilibrato, come spiegano gli esperti di Altroconsumo, non deve essere investito solo in Btp indipendentemente dal loro rischio.

Il proprio portafoglio, quindi, deve essere suddiviso tra titoli di Stato europei e non soltanto italiani.
Se non si è propensi al rischio, però, si può optare per i buoni fruttiferi postali, prodotto tra i preferiti dagli italiani dal 1925.

I bfp piacciono più dei buoni del Tesoro?

Il rendimento dei Btp si aggiorna in base all’andamento del mercato dei Bond. Esso, quindi, non cambia come nel caso dei buoni fruttiferi postali con un Decreto. I buoni fruttiferi postali sono meno convenienti dei Btp ma mettono a riparo l’investitore da eventuali perdite. Uno dei motivi del loro successo è che non hanno alcun costo di gestione e nemmeno commissioni di collocamento o rimborso. C’è poi sugli interessi una tassazione al 12,50%.
Al momento i buoni fruttiferi postali che rendono di più sono i 4×4 per investimenti fino a 16 anni ed il 3×4 per investimenti fino a 12 anni. In entrambi i casi si può chiedere il rimborso del capitale investito in ogni momento ma gli interessi si hanno nel primo caso solo dopo 4, 8 e 12 anni mentre nel secondo caso dopo 3, 6 e 9 anni. Per quanto concerne il rendimento annuo lordo del 4×4, esso è dell’1% dopo 4 anni, dell’1,50% dopo 8 anni, dell’1,75% dopo 12 anni e del 3% dopo 16 anni. L’altro, invece, il 3×4 offre un tasso di interesse annuo lordo dello 0,75% dopo 3 anni, dell’1,25% dopo 6 anni, dell’1,75% dopo 9 anni e del 2% dopo 12 anni.
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