Purtroppo il fenomeno di clonazione delle carte di credito è in aumento. Ma qualora ci si accorga che dal proprio conto vi sono dei prelievi non autorizzati o un ammanco di denaro ingiustificato che cosa si deve fare, a chi ci si deve rivolgere? Ecco le info in merito e quelle sul diritto al rimborso in questi casi.

Carta di credito clonata: che fare?

Innanzitutto quando si ha la certezza che la propria carta di credito è stata clonata, la prima operazione da fare immediatamente sarà quella di bloccare la carta.

Ma come? Ebbene bisognerà rivolgersi subito alla Banca che l’ha emessa, per questi casi, infatti, è attivo un servizio disponibile 24 ore su 24. Qualora non trovaste il numero verde messo a disposizione dalla Banca, potrete rivolgervi direttamente al circuito di adesione delle carte. Il numero VISA sarà 800819014 (dall’Italia), il numero verde del circuito Mastercard sarà il seguente 800 870 866 dall’Italia, quello di American Express il 06 72 900 347 dall’Italia, quello di Nexi (CartaSi) sarà il numero 800151616 (dall’Italia)ed infine quello della Diners Club il 800393939 (dall’Italia).

Dopo aver bloccato la carta di credito, il secondo step sarà quello di sporgere denuncia alla più vicina stazione della polizia o dei carabinieri. In questo modo si riceverà la copia della denuncia che potrà servire per un eventuale rimborso da chiedere all’Istituto di Credito.

Rimborso carta di credito clonata

Il rimborso, a seguito della clonazione della carta di credito, si potrà avere a patto che il correntista dimostri che l’ammanco non è dipeso da una sua colpa. Il primo requisito per ottenere ciò è la diligenza del correntista nei confronti della carta mentre il secondo e l’immediatezza della segnalazione. Qualora l’inerzia del cliente risulti giustificata (ad esempio la denuncia fatta dopo un mese) non verrà rimborsato nulla. Qualora, invece, vengano rispettate tutte le regole, l’Istituto di Credito provvederà immediatamente al rimborso (solitamente i tempi di attesa possono essere anche di due settimane).

Qualora il rimborso venga rifiutato si potrà fare ricorso all’Arbitro bancario finanziario.

Nel caso in cui la Banca ritenga che la comunicazione fatta da parte del cliente non sia stata tempestiva, allora potrà applicare una franchigia di 150 euro (secondo la Legge). Se, invece, l’Istituto di Credito ha la conferma che il cliente ha agito con dolo non si applicherà nessuna franchigia in quanto il cliente dovrà sopportare per intero il danno.

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