L’inflazione di nuovo galoppante in Italia dopo quindici anni di relativa quiete. Proprio per questo in molti si chiedono come difendere i propri risparmi ed investimenti come conti correnti, obbligazioni ed azioni. La situazione odierna non è per nulla positiva, non solo ci sono rincari di materie prime ma anche scarsità di approvvigionamenti.

Risparmi ed investimenti: ecco come difenderli dall’inflazione

Il costo della vita è aumentato in Italia del 3,7%, in Europa del 4,9% e in Usa del 6,8%. Questo nei primi tre mesi del 2022 anche a causa del conflitto tra Russia ed Ucraina.

I prezzi sono schizzati alle stelle per gli aumenti dell’energia, delle materie prime ed inoltre per il rialzo della quotazione delle derrate agricole alimentari. La conseguenza è un livello di inflazione tra i più alti da 40 anni, in Italia del 6,7%, nell’Eurozona del 7,5% con valori massimi in Spagna dove è al 9,8%. Per la Commissione Europea l’anno in corso dovrebbe chiudersi con un tasso di aumento prezzi del 3,5%. Nel 2023 dovrebbe tornare invece verso il 2%.
Ma quali saranno le conseguenze per i nostri risparmi?. Partiamo dai conti correnti ed esattamente dalle giacenze che secondo i dati di Bankitalia ammontano a circa 1800 miliardi. Come spiega Ilcorriere, se si prendono come buone le stime di Confindustria di un’inflazione al 3,5% nell’anno in corso, si avrebbe in un anno un’erosione di 70 miliardi circa. Con un’inflazione media al 3% (cosa non probabile) in 10 anni si perderebbero 600 miliardi di euro nel potere di acquisto del denaro depositato sul conto.

Investimenti e risparmi: come difenderli dall’inflazione

L’inflazione alta comporta dei tassi di interesse più alti e nei primi tre mesi del 2022 il valore di mercato dei bond è sceso del 6% e più. Più i tassi di interesse saliranno per contenere l’inflazione, più il mercato obbligazionario ci perderà. Come spiega Ilcorriere le nuove emissioni obbligazionarie avranno però ora dei rendimenti più alti per cui spostare una parte del denaro tenuto sul conto corrente potrebbe ridurre i danni dettati dall’inflazione.

I btp a 10 anni offrono infatti ora un rendimento del 2,3% contro l’1% della fine del 2021. Chi li aveva ha avuto perdite ma chi li acquista adesso potrebbe, come detto, ridurre in parte gli effetti dell’attesa inflazione.
Per quanto concerne infine le azioni c’è uno studio pubblicato dalla società Sean Marlkowicz che spiega come le azioni globali stiano soffrendo a causa dell’inflazione. I settori che soffrono di più al momento però sono gli industriali, i finanziari e i servizi ai consumatori. Quelli difensivi come di utilities, energia, beni di consumo, invece, possono realizzare nonostante tutto delle performance ancora discrete.
Il consiglio degli esperti comunque è quello di diversificare sempre i propri investimenti puntando su un paniere globale che contenga le azioni societarie delle più grandi aziende del mondo. Gli esperti di Amundi sostengono anche che in questa fase, l’oro e le valute di rifugio “possono fornire un cuscinetto agli asset rischiosi. Nel complesso, sarà fondamentale mantenere della liquidità come ‘cuscinetto’ e sarà cruciale un’elevata attenzione alla liquidabilità degli attivi“.
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