Si vorrebbe lanciare una class action per dare la possibilità ai clienti Alitalia Millemiglia di recuperare le miglia perdute. Alitalia, come tutti sapranno, da ottobre 2021 non vola più mentre ora è in amministrazione straordinaria. Al momento, come sottolinea il quotidiano Larepubblica, si stanno raccogliendo e-mail all’indirizzo [email protected] con lo scopo futuro di ricevere rimborsi e affinché ci sia una revisione del programma. Quest’ultimo infatti  non convince per la riformulazione effettuata.

Millemiglia Alitalia: si prepara la class action

I passeggeri Millemiglia Alitalia non sono d’accordo sulla riformulazione delle miglia effettuate in quanto sarebbero state svendute.

Secondo i calcoli, infatti, varrebbero trenta volte di meno. Per questo si stanno organizzando contro l’accordo tra Alitalia Loyalty che è la società che detiene il programma e Lastminute.com.
Lo scorso novembre Alitalia e LastMinute.com hanno annunciato una novità per gli ex passeggeri affezionati di Alitalia. Da quel giorno costoro possono spendere le miglia per prenotare voli, alberghi e auto a noleggio sul sito di confronto tariffe. Adesso però cambia il meccanismo in quanto con Lastiminute le miglia si possono convertire in voucher non cumulabili per la medesima prenotazione.
Per ottenere 25 euro di voucher servono 8500 miglia, per 50 euro 17 mila miglia, per 100 euro 34 mila miglia, per 250 euro 86 miglia e per 500 euro 172 mila miglia. La notizia è buona se si considera la possibilità di perdere tutto. Non è buona invece se si confrontano le tabelle di conversione delle miglia.
Per Marco Di Martino, che è uno degli organizzatori dell’iniziativa, le miglia raccolte con tanta fatica sono state svalutate di parecchio. La class action vorrebbe proprio puntare sul valore delle miglia che sono passate da 5 centesimi dei voli a lungo raggio a meno di 3 millesimi di euro per tutti. A LaRepubblica comunica che nel fondo da più di 100 milioni con il quale il governo ha ristorato i possessori di biglietti Alitalia dopo lo stop dei voli dovevano essere considerate anche le miglia.
Se infatti, spiega, avesse convertito le miglia anche il giorno prima della sospensione delle attività adesso avrebbe tra le mani un biglietto.
Il danno, lamenta Di Martino interessa più di 6 milioni di clienti che non sono tutti vacanzieri. Si tratta infatti nella maggior parte dei casi di lavoratori, di persone costrette a muoversi per motivo di lavoro o studio. Ma anche emigrati e pendolari che vivono fuori dall’Italia e che ogni tanto tornano in famiglia. In più anche quelli che si spostano dal Sud o dalle isole.
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