L’innalzamento dei tassi sta portando un vero e proprio terremoto nell’ambito dei mutui: tasso fisso o tasso variabile è la domanda che molti italiani si pongono. La politica sui tassi della BCE ha la funzione di ridurre l’inflazione, evitando nuovi indebitamenti, ma, al di là del fatto se la scelta stia pagando o meno, la verità è che i costi della crisi stanno ricadendo sulle fasce più deboli della popolazione.

A pagare il conto più salato sono proprio coloro che hanno acceso un mutuo negli ultimi anni.

Come comportarsi in questa situazione? Lo diciamo subito: si tratta di fare una sorta di scommessa sull’andamento dei tassi nel futuro. Ma quali sono le garanzie per il cittadino?

Mutuo tasso fisso o variabile?

Facciamo chiarezza. L’Eurirs (Euro Interest Rate Swap) è il tasso bancario di riferimento che può fare da base per i mutui a tasso fisso. Al momento si aggira intorno al 4,2% ed è chiaro che, stando così le cose, il mutuo a tasso fisso sia più vantaggioso per il cittadino. Ma la situazione non è così lineare. Con questi tassi è molto difficile che la persona ottenga il mutuo dalla banca, perché gli istituti di credito sanno benissimo che quando i tassi inizieranno nuovamente a scendere, un mutuo a tasso fisso sopra il 4% sarà facilmente rottamato dal richiedente con il passaggio alla concorrenza. La scelta del tasso fisso è dunque quasi obbligata per chi intende acquistare casa, anche perché sembra che la BCE voglia continuare nella politica di rialzo dei tassi. Si tratta di una soluzione difensiva, propria di chi non intende rischiare nulla.

La scelta del mutuo a tasso variabile è certamente più rischiosa. Facciamo un’ipotesi. Entro la fine dell’anno, la Banca Centrale Europea potrebbe portare i tassi al 4,5% e l’Euribor potrebbe assorbire interamente l’aumento. Cosa succederebbe allora alla rata dei mutui? Per un ventennale da 140mila euro si passerebbe da 903 (stimati attualmente) a 961 euro, con una differenza di 119 euro al mese rispetto al fisso, mentre per il trentennale si arriverebbe a 792 euro, con una differenza di 136 euro al mese rispetto al fisso.

Ma si tratta di una scommessa. È una legge di mercato che i tassi prima o poi inizino nuovamente a scendere.

L’ipotesi

Un’ipotesi plausibile è che, nel giro di due anni, il tasso Euribor scenda al 2% (ed è comunque da considerarsi alto, se si segue la serie storica dei tassi), e così la rata del ventennale scenderebbe a 717 euro (circa 250 euro in meno al mese rispetto all’ipotesi del 4,5% a fine anno), quella del trentennale a 542 euro (circa 250 euro in meno al mese).

Come si può notare la situazione è particolarmente complessa. La questione riguarda la capacità di spesa delle famiglie che hanno aperto un mutuo: si può restare nel variabile e attendere la discesa, per riguadagnare poi, ma il problema è che molte famiglie potrebbero non reggere l’impatto di rate così elevate e che si attendono ancora in crescita.

Mutuo tasso fisso o variabile? La follia del mercato, i calcoli e le garanzie giovani

A soffrire particolarmente per la situazione attuale sono i più giovani, che stanno vedendo sfumare la possibilità di aprire un mutuo per la casa e costruire un progetto di vita. La buona notizia, però, è che è stato prorogato fino a settembre (come termine di presentazione della domanda) la garanzia Consap, la quale permette ai più giovani l’accesso a finanziamenti con copertura al 100% del valore della casa con un fondo che garantisce l’80% del debito.

Facciamo qualche calcolo. Un mutuo a tasso fisso a trent’anni di 180mila euro, per l’acquisto di una casa da 200mila euro, un trentaduenne pagherebbe una rata di 818 euro al mese (l’offerta più vantaggiosa).

Per un quarantaduenne, invece, la cifra sarebbe di 847 euro al mese. Il risparmio non è particolarmente apprezzabile, ma la differenza la fa il fatto che una banca concede più facilmente, in questo periodo, un mutuo a tasso fisso con garanzia Consap.

In sintesi..

1. La politica di rialzo dei tassi della BCE, pensata come strumento contro l’inflazione, sta colpendo soprattutto le fasce più deboli della popolazione e in particolare chi vorrebbe aprire un mutuo
2. Meglio un mutuo a tasso fisso o varabile? I calcoli proposti nell’articolo sembrano indicare una netta convenienza, al momento, del fisso
3. Il mutuo a tasso variabile è una scommessa. Al momento si pagano rate nettamente superiori, ma con la discesa dei tassi, che prima o poi dovrà verificarsi, la convenienza sarebbe notevole. Molti italiani però potrebbero non reggere l’impatto di una crescita tale dei tassi
4. Per i più giovani c’è la proroga della garanzia Consap sui mutui. Il vantaggio economico è nell’ordine di poche decine di euro, ma le banche concedono questa tipologia di mutui più facilmente.

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