Le nuove regole sul pignoramento delle giacenze nel conto corrente o postale, vigenti sin dal 2015, hanno posto fine alla disparità di trattamento prima esistente tra i creditori dello stipendio in azienda e quelli nei confronti di lavoratori con stipendio incanalato in un conto bancario.

La vecchia disciplina, infatti, era la seguente: un creditore poteva pignorare fino al 20% dello stipendio mensile del debitore, ma se lo stipendio veniva versato mensilmente sul conto corrente, il pignoramento poteva essere integrale. La nuova disciplina, invece, stabilisce quanto segue: relativamente alle giacenze già rinvenute sul conto corrente all’atto della notifica del pignoramento, il creditore potrà pignorare la parte eccedente il triplo dell’importo dell’assegno sociale.

Quanto alle somme accreditate successivamente, qualora il debitore incanali sul conto lo stipendio o la pensione, il creditore potrà intaccare solo fino alla quinta parte, fino all’estinzione del debito.

Conto pignorato, ecco le modalità

Poiché nell’anno 2016, l’assegno sociale mensile è di 448,00, ne consegue che il creditore potrà pignorare le cifre sul conto a partire da 1.344 euro. Se, per ipotesi, egli trovasse depositato un importo di 3.000 euro all’atto della notifica del pignoramento, potrebbe pignorare fino a 1.656 euro, ovvero la differenza tra i 3.000 euro e il triplo dell’assegno sociale.

Se sul conto trovasse una cifra inferiore a quest’ultimo, non potrebbe pignorare alcunché, dovendosi rivalere sugli stipendi o le pensioni accreditate di mese in mese e solo per il 20% alla volta.

 

 

 

I modi per sfuggire ai creditori

Dunque, esistono diverse strategie, che il debitore potrà mettere in atto del tutto legalmente per sfuggire ai creditori, anche quando questi si chiamino Equitalia. Per prima cosa, potrebbe tenere il conto corrente o deposito sempre al di sotto della somma pari al triplo dell’assegno sociale, dato che non potrà questa essere intaccata.

Secondariamente, dovrebbe evitare dall’atto di notifica in poi di accreditare sul conto lo stipendio o la pensione, scegliendo, se possibili, soluzioni alternative.

Terzo, potrà intestare il conto al coniuge o ad altro terzo, al contempo ponendo vita a un contratto simulatorio, perfettamente lecito, che consigliamo in ogni caso di stipulare, per evitare che anche l’amico più fidato o il parente più stretto possa cercare di fregarci, negando un giorno che il vero intestatario del conto siate voi.

Infine, potrebbe risultare utile stipulare con la banca un fido, ovvero un contratto di finanziamento, con cui l’istituto mette a disposizione del cliente e dietro il pagamento degli interessi un plafond, che quest’ultimo potrà decidere di utilizzare in tutto o in parte o anche affatto, avendo così ugualmente la possibilità di effettuare prelievi e accrediti sul conto, il quale formalmente, però, sarà a debito, per cui non potrà essere intaccato dal creditore.