E’ cresciuto di quasi il 9% in queste prime sedute di luglio, mentre con la Brexit ha registrato un boom del 17%, più che doppio di quello dell’oro nello stesso arco di tempo. Parliamo del prezzo dell’argento, che ieri si è portato sostanzialmente a ridosso dei 21 dollari e a un rapporto di 66,5 con il metallo giallo, il livello più basso da quasi un paio di anni.

Dall’inizio dell’anno, le quotazioni dell’argento sono cresciute di circa il 47%, quelle dell’oro del 27%.

Il trend dimostra, quindi, che il primo asset starebbe beneficiando di più del secondo della fuga degli investitori verso i beni-rifugio, molto probabilmente grazie alla sottovalutazione del suo prezzo rispetto a quello dell’oro.

Si consideri che all’apice della crisi dell’euro, nell’estate del 2011, il rapporto tra le quotazioni dei due metalli era inferiore a 45, per cui oggi, ai prezzi attuali dell’oro, l’argento dovrebbe avvicinarsi ai 30 dollari l’oncia, nel caso i mercati fiutassero lo stesso livello di tensione finanziaria, cosa che non è.

Quotazioni argento, boom limitato da legame con economia reale?

In ogni caso, resta ancora spazio per una crescita delle quotazioni dell’argento, anche perché il metallo si presta bene per scopi industriali. Si stima che circa la metà degli acquisti avviene proprio per finalità di impiego nella produzione.

Ciò, però, a nostro avviso rappresenta in questa fase anche un possibile limite. Le principali agenzie di valutazione, tra cui ieri Standard & Poor’s, prevedono un rallentamento della crescita economica europea e la possibile caduta di quella britannica in recessione, con un impatto anche sul trend globale. In buona sostanza, la Brexit potrebbe avere provocato un rallentamento della produzione mondiale, di cui l’argento risentirebbe nel breve negativamente, anche se dall’altro lato potrebbe beneficiare per effetto dei timori degli investitori legati ai mercati finanziari.