Quando si parla di pellet, ci si riferisce alla biomassa più utilizzata dagli italiani per il riscaldamento domestico. Questo perché, il biocombustibile in questione risulta essere il più economico e pratico da usare per le nostre stufe. Nonostante gli aumenti dello scorso anno, gli italiani hanno continuato ad utilizzarlo. Ora i prezzi sono tornati quelli di un tempo e naturalmente il suo utilizzo è esploso. Ma quanto dura un sacco di questo materiale? Scopriamolo insieme.

La biomassa più utilizzata

Il prezzo del pellet è tornato ai suoi livelli soliti.

Lo scorso anno un sacco da 15 km era arrivato a costare anche 15 euro, mentre ora la media è di 6,19 euro. Molti italiani si chiedono se sia più conveniente quello di girasole, o quello di legno. In questo caso però vogliamo scoprire quanto può effettivamente durare un sacco da 15 kg. Le stufe a pellet hanno un ottima resa anche se l’appartamento da riscaldare è di grandi dimensioni. Inoltre, essendo un biocombustibile, ha un basso impatto ambientale. Insomma, tanti ottimi motivi per preferirlo. Detto ciò, cerchiamo di scoprire quanto può durare un sacchetto. In realtà, la risposta deve prendere in considerazione diversi fattori. Innanzitutto, c’è da considerare il fabbisogno calorifero dell’abitazione. Mediamente, un sacchetto di pellet da 15 kg dovrebbe fornire circa 5.000 Kcal.

Prendiamo a modello del nostro esempio un appartamento da 100 mq. In questo caso il consumo di pellet sarà di circa 2 kg l’ora. Solitamente quindi basterà utilizzare un sacchetto al giorno per riscaldare la casa. Se invece vorremo tenere accesa la stufa per 12 ore, allora ne occorrerà un sacchetto e mezzo al dì. Possiamo quindi dire che nei mesi più freddi, quindi quelli che vanno da inizio dicembre a inizio marzo, ossia 120 giorni, allora la spesa totale sarà di circa 650 euro. Si tratta di un risparmio non da poco rispetto allo scorso anno, quando i sacchi costavano 15 euro, e la spesa totale per 120 giorni arrivava quindi a circa 1200 euro e oltre.

Stufe a pellet, cosa aumenta il consumo?

Detto ciò, ci sono fattori che possono far aumentare i consumi di materiale bruciato, e di conseguenza andremo a pagare di più, poiché il sacco da 15 km si esaurirà prima. La qualità del prodotto ha una certa importanza in questo senso, così come naturalmente anche le dimensioni dell’appartamento da riscaldare. È inoltre fondamentale avere anche un buon grado di isolamento termico all’interno della casa. La dispersione del calore infatti non ci permette di raggiungere i gradi necessari per riscaldare l’ambiente. È inoltre importante installare correttamente l’impianto e la canna fumaria. Inoltre, bisogna capire se si tratta di una stufa ad aria o idro. Quella tradizionale, cioè ad ad aria, ha una potenza che varia dagli 8 Kw ai 18 Kw e diffonde aria calda attraverso il lavoro delle ventole.

Invece, quella a idro alimenta anche l’acqua sanitaria e riscalda l’ambiente anche attraverso i termosifoni. Tale stufa può arrivare a 35 Kw. Ciò significa che consumerà di più e quindi consumerà anche più pellet. Naturalmente, bisogna mettere in conto il fatto che impiegherà meno tempo per riscaldare tutta la casa. Bisogna ovviamente tenere in considerazione i punti precedenti per far sì che la nostra stufa lavori a pieno regime. Come detto, la dispersione di calore è uno dei parametri principali e se vogliamo risparmiare dobbiamo far sì che ogni spiffero venga eliminato.

I punti chiave…

  • Un sacco da 15 kg di pellet ci può durare anche un giorno intero, se teniamo accesa la stufa per 6 o 7 ore;
  • tale utilizzo si traduce in circa 650 euro per 120 giorni di utilizzo;
  • per risparmiare è fondamentale evitare la dispersione di calore, quindi combattere ed eliminare gli spifferi.