Dopo il nuovo Dpcm e la chiusura di bar e ristoranti almeno fino al 24 novembre, secondo Fipe Confcommercio, i ristoranti e i bar rischiano il tracollo. Nonostante il decreto ristori, infatti, la situazione del settore ristorazione è critica.
Entro fine anno rischio tracollo per bar e ristoranti
Come scrive Agi, che riporta le parole di Aldo Cursano, vice-presidente Fipe: “Si continua a scaricare la responsabilità sulle nostre imprese per coprire le proprie responsabilità e questo non è più accettabile. Ci sono stati imposti dei protocolli di sicurezza ristrettissimi e nonostante la grande difficoltà noi ci siamo indebitati per rimettere al centro la sicurezza nei nostri luoghi: distanziamenti, barriere, processi lavorativi, formazione del personale”.
A rischio migliaia di posti di lavoro
Il problema più grande sono i posti di lavoro a rischio, si parla di ben 350mila posti e 50mila imprese al tracollo. Cursano parla di morte annunciata e un divario con le istituzioni diventato incolmabile facendo notare che da maggio a settembre, il virus era contenuto, ma i ristoranti e i bar c’erano comunque. Erano aperti rispettando tutte le regole. Poi con la riapertura della scuola e della mobilità è tornato ad espandersi: “Per questo, ripeto, ci sentiamo in qualche modo feriti e giudicati, perché c’è qualcuno che sta considerando le nostre imprese superflue e le sta lasciando pian piano morire“.
La nuova stretta sui locali costerà alle imprese 2,7 miliardi di euro al mese che vanno ad aggiungersi ai 30 miliardi persi in questo momento e dall’inizio dell’anno. Insomma, per i bar e i ristoranti il colpo di grazia non è utopia visto che il comparto è da 90 miliardi l’anno e quindi si comprende l’impatto devastante che tutto ciò avrà sul lavoro legato a questo settore, con una perdita consistente di posti.
Vedi anche: Coronavirus e consumi: come sono cambiati con il SafetShopping