Il Decreto Legge n. 39/2024 (c.d. decreto Salva Conti) è stato ufficialmente convertito in legge. Dopo l’approvazione del Senato, anche la Camera, il 22 maggio 2024, ha dato il suo consenso favorevole. Tra le misure incluse nel decreto, spiccano alcune modifiche ai bonus edilizi, tra cui il significativo cambiamento del bonus ristrutturazione. Questo incentivo, che storicamente ha rappresentato un’importante agevolazione per gli interventi edilizi, subirà una riduzione che ne diminuirà l’attrattiva economica.
Il bonus ristrutturazione, ricordiamo, è nato come detrazione IRPEF pari al 36% delle spese sostenute per lavori di ristrutturazione, con un limite massimo di spesa di 48.000 euro per unità immobiliare.
Le misure del Salva Conti per altri bonus edilizi
Prima di approfondire le modifiche specifiche al bonus ristrutturazione, è importante notare che la legge di conversione del DL n. 39/2024 ha apportato cambiamenti rilevanti anche ad altri bonus edilizi che passano a 10 anni. Il superbonus, per le spese sostenute dal 2024, dovrà essere ripartito in 10 quote annuali, anziché le consuete 4. Analogamente, il bonus barriere architettoniche del 75% e il sismabonus, per le spese effettuate dal 2024, dovranno essere utilizzati in 10 quote annuali di pari importo, anziché le ordinarie 5.
È stato confermato, con la conversione del decreto Salva Conti, anche il divieto di cessione delle quote residue di detrazione per tutti i bonus edilizi, a partire dall’entrata in vigore della legge di conversione del DL n. 39/2024. Questa misura ha effetto retroattivo, interessando anche le detrazioni già in corso. Inoltre, banche, intermediari finanziari e assicurazioni non potranno più compensare i crediti dei bonus edilizi con contributi previdenziali, assistenziali e premi assicurativi.
Bonus ristrutturazione: il taglio della detrazione
Per quanto riguarda il bonus ristrutturazione, la legge di conversione del decreto Salva Conti ha deciso di intervenire riducendo la percentuale di detrazione fiscale al 30% per le spese sostenute tra il 2028 e il 2033. Questo taglio, inaspettato, rappresenta una significativa riduzione rispetto alle condizioni attuali, rendendo meno conveniente usufruire di questo incentivo. Coloro che speravano in una proroga delle attuali condizioni saranno delusi: le spese di ristrutturazione sostenute tra il 2028 e il 2033 potranno essere detratte solo nella misura del 30%.
Il principale motivo dietro questa riduzione del bonus ristrutturazione al 30% è la necessità di contenere l’impatto delle detrazioni fiscali sui conti pubblici. Il periodo tra il 2028 e il 2033 è considerato particolarmente critico a causa delle implicazioni del Superbonus edilizio e delle relative detrazioni. La strategia legislativa mira a ridurre il carico fiscale derivante dalle agevolazioni edilizie, preparandosi a gestire meglio le future spese pubbliche.
Bonus ristrutturazione al 30%: implicazioni
La riduzione del bonus ristrutturazione al 30% per le spese sostenute tra il 2028 e il 2033 avrà un impatto significativo sulle decisioni dei proprietari di casa riguardo ai tempi dei lavori di ristrutturazione.
Sapendo che la percentuale di detrazione fiscale diminuirà rispetto all’attuale 50% (ovvero 36% dal 2025 al 2027), molti proprietari saranno incentivati a anticipare i loro interventi edilizi prima del 2028 per beneficiare delle condizioni più favorevoli.
Questo potrebbe portare a un aumento delle richieste di ristrutturazione nei prossimi anni, man mano che i proprietari cercano di massimizzare il risparmio fiscale. D’altra parte, coloro che non possono permettersi di anticipare i lavori potrebbero decidere di posticiparli ulteriormente. Sperando in future modifiche legislative che possano ripristinare condizioni più vantaggiose.
In ogni caso, la previsione di una riduzione delle detrazioni stimolerà un’attenta pianificazione finanziaria e decisionale tra i proprietari di immobili.
Riassumendo…
- il DL n. 39/2024 è diventato legge, approvato da Senato e Camera.
- il bonus ristrutturazione passerà al 30% per spese tra il 2028-2033.
- superbonus e altri bonus edilizi devono essere ripartiti in 10 quote annuali.
- si stabilisce il divieto di cessione delle quote residue di detrazione per tutti i bonus edilizi.
- banche e assicurazioni non possono più compensare crediti bonus edilizi con contributi previdenziali e assistenziali.
- la riduzione bonus ristrutturazione al 30% potrebbe indurre ad anticipare lavori prima del 2028 per risparmio fiscale maggiore.