Si è tenuta ieri un’asta di Buoni ordinari del Tesoro (BoT) a 12 mesi (ISIN: IT0005523854) per l’importo di 6 miliardi di euro. I titoli arrivano a scadenza il 14 dicembre 2023. La data di regolamento è stata fissata per il 14 dicembre prossimo. È stata l’ultima dell’anno, dato che queste emissioni avvengono con cadenza mensile. I risultati hanno confermato alcune previsioni della vigilia: prezzo di aggiudicazione in salita a 97,365 centesimi dai 97,345 centesimi di novembre; rendimento lordo in lieve calo dal 2,69% al 2,669%. Gli ordini hanno ammontato a 8,546 miliardi, per cui il rapporto di copertura (rapporto tra domanda e offerta) è stato di 1,42.
I BoT 12 mesi sembrano avere raggiunto il picco in termini di rendimento. Perlomeno, in questa fase. Come si evince anche dal grafico dei rendimenti sul mercato secondario, da settimane assistiamo a un plateau. La discesa potrebbe essere lenta, ma allo stato attuale sembra difficile che vi saranno ulteriori rialzi. In effetti, il mercato sembra avere scontato appieno la stretta sui tassi BCE.
Rendimenti BoT 12 mesi al picco
Al board di giovedì prossimo, il costo del denaro dovrebbe salire dal 2% a un massimo del 2,50%. Più interessante sarà verificare le condizioni previste per il cosiddetto “quantitative tightening“, ovvero la riduzione del bilancio dell’istituto. I BoT 12 mesi fungono da segnale per capire le aspettative degli investitori riguardo alle condizioni monetarie prossime. E, in un certo senso, essi rappresentano per durata anche l’orizzonte temporale minimo fissato dalle famiglie per impiegare i propri risparmi.
Un rendimento inferiore al 2,70% lordo è da considerarsi a tutti gli effetti basso, con ogni probabilità insufficiente a tenere testa all’inflazione italiana nell’anno prossimo. Questa è attesa sopra il 4%. Dunque, il BoT 12 mesi continua a non offrire un rendimento reale positivo. Ed è stato così quasi sempre nel decennio passato. D’altronde, non è un tipico investimento lucrativo.