Ieri, il Tesoro ha raccolto altri 9 miliardi di euro all’asta dei BTp di fine gennaio. Sono stati tre i titoli di stato emessi. La parte del leone per importo l’ha fatta la seconda tranche del BTp a 5 anni, scadenza 1 aprile 2028 e cedola 3,40% (ISIN: IT0005521981). A fronte dei 4 miliardi offerti, la domanda è stata pari a 5,5 miliardi. Il prezzo di aggiudicazione è risultato essere di 98,74 centesimi, corrispondente a un rendimento alla scadenza del 3,70%. Salgono a 9 miliardi i titoli in circolazione, comprensivi dei 5 miliardi del concambio di novembre, operazione che ha visto il debutto del nuovo bond quinquennale.
Ed è stata anche la volta del BTp a 10 anni. In questo caso, la tranche offerta era la quinta per 3,5 miliardi e il bond in questione ha scadenza 1 maggio 2033 con cedola 4,40% (ISIN: IT0005518128). Ricevuti ordini per 4,71 miliardi. Il prezzo esitato è stato di 101,38, corrispondente a un rendimento del 4,28%. Con questa emissione, i titoli in circolazione salgono a 10,25 miliardi.
Asta BTp, rendimenti alti su attese per BCE
Infine, diciassettesima tranche del CcTeu 1 aprile 2026 e spread dello 0,50% (ISIN: IT0005428617). Domanda per 2,64 miliardi contro gli 1,5 miliardi offerti. Prezzo esitato pari a 99,77 centesimi, corrispondente a un rendimento del 2,58%. I CcTeu sono titoli di stato con cedola determinata dall’Euribor a 6 mesi più lo spread fissato in fase di collocamento. In un certo senso, si tratta di un bond appetibile per coloro che scommettono sull’andamento futuro dei tassi di mercato. Tra le famiglie risulta poco diffuso, per non dire sconosciuto.
I risultati dell’asta BTp ci suggeriscono che i rendimenti italiani restano elevati dopo la corsa delle ultime due settimane. E questa settimana si respira aria di attesa e nervosismo sui mercati per via delle riunioni di grandi banche centrali come Federal Reserve e Banca Centrale Europea. Domani, gli investitori si attendono un rialzo dei tassi d’interesse dello 0,50% per l’Area Euro.