Sono entrati nelle casse dello stato altri 9,75 miliardi di euro con l’ultima emissione di oggi dei titoli del Tesoro. Nelle scorse ore, infatti, si è tenuta un’asta di BTp a medio-lunga scadenza e i cui risultati confermano il trend calante dei rendimenti. Sono state quattro le tranche di bond offerti, di cui nessuno nuovo. Si è trattato, cioè, di titoli già in circolazione. Nel dettaglio, due le scadenze a 5 anni, una a 10 anni e, infine, un indicizzato a 7 anni.
Bond indicizzato ad Euribor 6 mesi
Partiamo da quest’ultimo: CcTeu 15 ottobre 2031 con spread sull’Euribor a 6 mesi dell’1,15% (ISIN: IT0005554982).
Scadenze medio-lunghe ancora allettanti
E 3,5 miliardi sono arrivati con la terza tranche del nuovo BTp a 10 anni con cedola 3,85% (ISIN: IT0005584856). Prezzo di aggiudicazione di 101,80, rendimento in calo al 3,67% dal 3,91% di un mese fa e richieste per 4,86 miliardi, 1,39 volte l’offerta. Questo è il nuovo “benchmark” decennale, riferimento per misurare il famoso spread con i titoli di stato tedeschi della medesima durata.
Infine, c’erano in asta anche due BTp a 5 anni. Da qui sono arrivati 4,75 miliardi, di cui 3,50 miliardi con la scadenza dell’1 luglio 2029 con cedola 3,35% (ISIN: IT0005584849) e 1,25 miliardi con la scadenza del 15 dicembre 2029 e cedola 3,85% (ISIN: IT0005519787). Le richieste per il primo bond sono state per 4,97 miliardi, 1,42 volte l’importo offerto, esitando un prezzo medio di 100,80 e un rendimento lordo annuale del 3,21%.
Risultati asta accendono fari su BTp a 5 anni
I BTp a 5 anni sono un investimento perfetto per le famiglie sul piano dell’orizzonte temporale, né corto e né troppo lungo. Con un rendimento lordo sopra il 3,20% e netto in area 2,80%, possiamo considerarli buoni titoli? Attraverso i BTp Italia cerchiamo per prima cosa di ricavarci l’inflazione italiana attesa dal mercato. Essa sarebbe di poco superiore all’1,10% medio annuo nel medio-lungo termine. Pertanto, le scadenze quinquennali con cedole fisse ci offrirebbero rendimento netti reali all’incirca del 2,60-2,70%. Abbastanza per potere affermare che siano, alle condizioni date, un buon investimento. Sperando che l’inflazione non giochi qualche altro brutto scherzo nel prossimo futuro.