E’ stato un testa a testa appassionante, almeno fino alle otto di sera, quando i risultati dello spoglio in Liguria iniziavano a prospettare più convintamente la vittoria di Marco Bucci a governatore. Con il 48,8% il candidato del centro-destra e sindaco di Genova conquista l’elezione contro il pur buono 47,4% riportato da Andrea Orlando, esponente del “campo largo” e già ministro del Lavoro. Qualche mese fa, i sondaggi davano il centro-sinistra in netto vantaggio, quasi a scontarne la vittoria a doppia cifra.
Movimento 5 Stelle dilaniato
I risultati in Liguria sono chiaramente positivi per la maggioranza di governo. Una regione che sembrava essere stata persa dopo un’inchiesta giudiziaria che aveva portato agli arresti dell’ex governatore Giovanni Toti, è stata mantenuta. Il collasso del Movimento 5 Stelle, ridottosi a un misero 4,6% nella regione di Beppe Grillo, è stata causa principale della disfatta. E cosa dire degli insulti a mezzo stampa tra il fondatore e l’ex premier Giuseppe Conte? Il primo che rivendica il diritto di “liquidare” il movimento e il secondo che gli toglie la consulenza da 300 mila euro.
Impatto positivo sui conti pubblici
Comunque la si veda, i risultati in Liguria rappresentano un tonificante per i conti pubblici italiani. E non semplicemente perché ha vinto la coalizione al governo nazionale. Il fatto è molto più intuitivo: il centro-destra ha riportato una vittoria parzialmente insperata dopo la presentazione di una legge di Bilancio affatto ruffiana. La manovra finanziaria non contiene misure acchiappavoti. Cerca di seguire le linee programmatiche per la legislatura, vale a dire il taglio dell’Irpef e del cuneo fiscale, unitamente alla necessità di ridurre il deficit. Ma a parte confermare le misure già varate lo scorso anno, prevale in essa la prudenza fiscale con tagli alla spesa e aumenti di entrate per alcune categorie (vedi la tassazione sui Bitcoin).
Le agenzie di rating hanno promosso in queste settimane i titoli di stato italiani, alzando l’outlook nel caso di Fitch e Dbrs. Esse hanno preso atto dell’aumento delle entrate fiscali con conseguente calo del deficit e della volontà del governo di continuare a tagliarlo. Tutto ciò che al momento rafforza l’esecutivo, si rivela positivo ai fini della valutazione del nostro debito pubblico. Anche perché dall’altra parte c’è un’opposizione frammentata, incapace di elaborare un programma unitario e credibile e che comprende quel Movimento 5 Stelle temuto dai mercati proprio sulla gestione dei conti pubblici.
Risultati in Liguria premiano la prudenza fiscale
Sui risultati in Liguria ci sarebbe tanto altro da aggiungere e analizzare. Per quel che qui a noi importa, però, l’aspetto più rilevante riguarda proprio il segnale inviato dagli elettori a legge di Bilancio appena varata. I mercati noteranno come la prudenza fiscale non venga rigettata, anzi premiata dagli elettori. E questo dà maggiore credibilità alle politiche di bilancio. Un po’ la narrazione opposta ai decenni passati, quando il risanamento dei conti andava di pari passo alla perdita del consenso dei governi in carica.