Il superbonus del 110% previsto dal decreto Rilancio è nato con i buoni propositi per consentire la ripresa del settore edile dopo i mesi di lockdown dovuti alla crisi sanitaria da Covid-19 che ha investito il nostro Paese.
Ad oggi, tuttavia, il settore sembra ancora in fase di stallo causata in particolar modo dalla mancanza di indicazioni operative e dei decreti che dovrebbero definire i requisiti tecnici che i lavori dovranno rispettare per beneficiarne.
Inoltre c’è da capire ancora come avverrà la cessione del credito da parte della ditta esecutrice dei lavori.
Intanto la super agevolazione è stata percepita dai committenti o potenziali tali come un “fare i lavori gratis” e molte imprese stanno già “vendendo” tale possibilità pur di accaparrarsi i lavori.
La ripresa sembra ancora lontana
La realtà dei fatti però è un’altra: il settore non riparte ancora e non lo fa per due ordini di motivi. Da un lato ci sono, infatti, committenti che intendevano iniziare i lavori in questo periodo ma hanno deciso per ora di pazientare al fine di capire se possono o meno rientrare nel potenziato beneficio; dall’altro lato ci sono le imprese edili che si rifiutano di dover anticipare liquidità avendo incertezza su come e quando potranno recuperare tali uscite.
Il 110% si ricorda dovrebbe spettare su quei lavori di riqualificazione energetica ed interventi antisismici espressamente individuati dall’art. 119 del decreto Rilancio e con riferimento alle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Si concretizza in una detrazione fiscale del 110% (su una spesa massima di 60.000 euro) da poter godere in 5 quote annuali di pari importo. In alternativa il committente potrebbe optare per la cessione dell’intero credito all’impresa esecutrice dei lavori la quale a sua volta potrà cederlo ad altri (come ad esempio una banca) reintegrando in questo modo la liquidità anticipata per eseguire i lavori.
Il decreto è ancora in fase di conversione in legge ed i documenti che dovranno poi definire le modalità attuative della misura andranno emanati entro 30 giorni dalla conversione (in genere così avviene). Tutti fattori questi che non portano certo benefici alla ripresa.