E se il ritorno alla lira in Italia ci rendesse più responsabili?

Italia fuori dall'euro e ritorno alla lira: i "sovranisti" ci spiegano che così potremmo evitare l'austerità, mentre accadrebbe l'esatto contrario. E la storia degli ultimi venti anni ci conferma che abbiamo sprecato il dividendo della moneta unica.
8 anni fa
2 minuti di lettura

L’inganno di un ritorno alla lira contro l’austerità

Il ritorno alla lira tanto auspicato da formazioni “sovraniste” sarebbe, in effetti, un possibile antidoto al malgoverno, ma non per le ragioni addotte dai proponenti, bensì per quelle esattamente contrarie. Se i governi italiani dovessero pagare gli interessi davvero corrispondenti al rischio percepito dal mercato per il nostro debito sovrano, la loro incidenza sul pil s’impennerebbe e a Roma si sarebbe costretti a fare più austerità, non meno. E per convincere gli investitori stranieri, ma anche nazionali, a comprarsi i nostri titoli di stato, il Tesoro dovrebbe porre in atto una strategia concreta di medio-lungo periodo per l’abbattimento del rapporto debito/pil, attraverso un taglio drastico ai vari capitoli di spesa, roba che la spending review di cottarelliana memoria sarebbe persino ridicola.

Alla fine, anche il dilagare del populismo in salsa nostrana è frutto di una bolla, quella del credito e conseguente alla nascita dell’euro, adottando il quale l’Italia si era davvero convinta che ad un tratto sarebbe diventata credibile sui mercati finanziari al pari della Germania, potendo usufruire dei medesimi rendimenti sovrani, ma continuando a comportarsi come quando in tasca avevamo la lira. E il fallimento dell’euro sta tutto qua, nell’aver propinato la convinzione che buoni e cattivi sarebbero diventati uguali, che spendaccioni e virtuosi avrebbero potuto convivere senza che i primi cambiassero alcunché nel loro modo di gestire le finanze pubbliche. E’ vero, servirebbe il ritorno alla lira per l’Italia. Solo così sparirebbe in un attimo il piagnisteo contro l’austerità, che ad oggi nel nostro paese sarebbe solo una parola priva di significato pratico. (Leggi anche: Debito pubblico, austerità vera con aumento tassi)

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Bonus Strumenti musicali fino a 2500 euro, pubblicato il provvedimento attuativo

Articolo seguente

Quanto costa mantenere la casa nel 2017? Differenze tra quella di proprietà e quella in affitto