Nel panorama attuale delle politiche fiscali e delle agevolazioni per la ristrutturazione edilizia, il “bonus barriere 2024” emerge come un faro di opportunità, sottolineando l’importanza di rendere gli spazi pubblici e privati più accessibili e inclusivi.
Lo sgravio fiscale, che si estende fino alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2025, rappresenta un passo significativo verso l’abbattimento delle barriere architettoniche, un obiettivo fondamentale per promuovere l’uguaglianza e l’integrazione sociale. Tuttavia, è cruciale che proprietari di immobili, professionisti e enti siano ben informati riguardo le specifiche dell’agevolazione, quali interventi sono considerati ammissibili e chi può effettivamente beneficiare di questa notevole detrazione fiscale, che può raggiungere il 75%.
La comprensione dettagliata delle modifiche introdotte nel 2024 (a causa del c.d. decreto Salva Superbonus), inclusi i requisiti necessari per accedere al bonus e le limitazioni imposte su determinati lavori, è essenziale per massimizzare l’efficacia di questa misura e garantire che i benefici si traducano in miglioramenti concreti nell’accessibilità degli edifici.
Solo lavori veramente utili allo scopo
Il 2024 non si è presentato proprio con il piglio giusto per il “bonus barriere architettoniche 75%”. Rispetto al passato, alla sua introduzione (spese 2022), il decreto Salva Superbonus ha definito con precisione gli ambiti di applicazione di questa agevolazione, includendo solo l’installazione e l’adeguamento di scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici, mirando a un’interpretazione più stringente dei lavori ammissibili.
L’obiettivo di dette restrizioni è quello di concentrare le risorse finanziarie messe a disposizione sul superamento delle vere e proprie barriere architettoniche, garantendo che ogni euro investito contribuisca effettivamente a rendere gli ambienti più fruibili per tutti.
Si introduce espressamente anche l’obbligo di pagare le spese con bonifico parlante.
Il beneficio nasce come detrazione fiscale da ripartire in 5 quote annuali di pari importo, con possibilità di optare per lo sconto in fattura o cessione del credito.
Bonus barriere 2024, restrizioni anche all’utilizzo
Il “bonus barriere 2024” viene interessato altresì da restrizioni significative rispetto alle politiche precedenti, particolarmente con riguardo alle modalità di fruizione delle agevolazioni. La fine delle opzioni di sconto in fattura e cessione del credito, imposta con il decreto Salva Superbonus, ad eccezione di specifici casi come i condomini e le persone fisiche che rispettano determinati requisiti, richiede una nuova strategia per l’accesso ai benefici.
Sono pochi i casi in cui, ancora nel 2024 è possibile optare il luogo della detrazione fiscale, per lo sconto in fattura o cessione del credito. Ad esempio, le due opzioni sono ancora ammesse solo per lavori fatti in relazione a interventi su parti comuni di edifici a prevalente destinazione abitativa. Oppure laddove entro il 29 dicembre 2023 risulti presentato il titolo abilitativo ai lavori.
Insomma, un bonus barriere 2024 meno accessibile ma più mirato verso interventi edilizi che davvero siano a beneficio del disabile.
Riassumendo
- il bonus barriere 2024 è più limitato rispetto agli anni trascorsi
- i lavori ammessi sono solo quelli per solo l’installazione e l’adeguamento di scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici
- la detrazione è in 5 quote annuali di pari importo
- il decreto Salva Superbonus ha limitato notevolmente i casi di opzione per sconto in fattura o cessione del credito.