Zucchero come quote latte? In Europa si cambia da ottobre, trema il settore

Zucchero, da ottobre si cambia. In Europa potrà essere venduto a prezzi più bassi e anche esportato nel resto del mondo. Il settore trema, ma c'è motivo di tenere la liberalizzazione?
7 anni fa
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UE esporterà zucchero?

Anzi, il passaggio a un sistema più prossimo al libero mercato offrirebbe grosse opportunità al settore, se è vero che la stesa Bruxelles stimi per la stagione in corso importazioni nette per la UE per 1,5 milioni di tonnellate, mentre per la stagione 2017-’18 si prevedono esportazioni nette per 1,3 milioni di tonnellate, anche grazie al boom dei raccolti, attesi in crescita del 19,6% a 20,1 milioni di tonnellate.

La transizione verso la parziale liberalizzazione dello zucchero in Europa risulta, tuttavia, incompleta e imperfetta, come testimonia la permanenza degli elevati dazi sullo zucchero da canna, pari a 339 euro per tonnellata su quello raffinato e a 419 per quello bianco, con eccezioni in favore di esportatori come il Brasile, che può vendercelo per 412.000 tonnellate a un dazio di appena 98 euro a tonnellata.

Non basta, però, per i produttori portoghesi e britannici, in particolare, i quali sostengono di essere penalizzati dalla detenzione di coltivazioni nelle ex colonie, dove i dazi le renderebbero fuori mercato. La Commissione replica che avrebbero la possibilità di importare zucchero da canna senza dazi dalle economie in via di sviluppo.

Come sempre, saranno i fatti a dimostrare se i provvedimenti adottati faranno bene o meno al settore. Per trasformare l’Europa in un’economia esportatrice di zucchero, pare che serviranno azioni più radicali. Credit Suisse stima in 300 dollari a tonnellata il prezzo a cui dovremmo vendere il prodotto fuori dal nostro continente per essere competitivi. Al momento, ci attestiamo su valori più alti di ben i due terzi. (Leggi anche: Zucchero aumenta rischio tumore al seno)

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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