Romania: il Pil crescerà del 4.2%, volano i bond

Investire in Romania non è più un rischio. Le obbligazioni di Bucarest hanno lo stesso rating dell’Italia, ma rendono di più
9 anni fa
1 minuto di lettura

Scendono i rendimenti dei bond rumeni. Gli investitori continuano ad apprezzare la Romania, il cui Pil cresce più della media europea. Del resto, anche il giudizio degli analisti su Bucarest è da “investment grade”, al pari dell’Italia. Il rating sul debito della Romania è infatti BBB- per Standrad & Poor’s e Fitch e Baa3 per Moody’s con outlook stabile, nonostante il leggero rallentamento della crescita del paese  a fine 2015. Secondo quanto comunicato dall’Institutul national de statistica (l’ufficio di statistica romeno), infatti, il Pil della Romania è cresciuto meno delle attese nel quarto trimestre del 2015.

L’economia romena ha infatti segnato un incremento del 3,7% negli ultimi tre mesi dell’anno, meglio del 3,6% del terzo trimestre ma sotto al 3,8% del consensus. Su base sequenziale il progresso è stato dell’1,1% contro l’1,5% d’incremento del precedente trimestre. Nell’intero 2015 la crescita del Pil della Romania è stata del 3,7% contro il 3,0% del 2014 e per il 2016 si prevede un ulteriore balzo al 4,2%.   Obbligazioni rumene rendono il 2,75%   Per quanto riguarda i rendimenti dei bond governativi, il decennale rumeno in euro emesso lo scorso anno a ottobre con cedola2,75% e scadenza 2025 (XS1312891549) viaggia abbondantemente sopra il prezzo di collocamento (99,18). L’obbligazione da 1,25 miliardi di euro prezza infatti sopra quota 102,50 per un rendimento del 2,75% a scadenza e con un differenziale nei confronti del Btp italiano analogo di circa 115 punti base.  Spread che si restringe a 70 punti base se si prende come riferimento il bond governativo triennale 4,875% 2019 (XS0852474336) che quota sopra 115 e rende circa 0,60% a scadenza. Tassi che potrebbero scendere ancora poiché – secondo le ultime previsioni economiche presentate dalla Commissione Europea – la Romania raggiungerà quest’anno il massimo livello di crescita economica, con un tasso doppio rispetto alla media dell’Unione Europea. Il principale motivo della crescita sarà la domanda interna, al cospetto di un contributo delle esportazioni che resterà negativo.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema OBBLIGAZIONI

Articolo precedente

Lampadine Wiva in borsa con un minibond da 3,7 milioni

Articolo seguente

Canone Rai: origine e storia della tassa più odiata dagli italiani