Rottamazione cartelle di nuovo al via, ecco come pagare adesso e cosa cambia

La nuova rottamazione delle cartelle esattoriali dopo il decreto Milleproroghe, cosa significa riapertura dei termini e cosa cambia.
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Rottamazione cartelle di nuovo al via, ecco come pagare adesso e cosa cambia
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Piaccia o meno, la rottamazione delle cartelle esattoriali è un provvedimento che milioni di cittadini utilizzano per mettersi in regola con il Fisco. Con il decreto Milleproroghe arriva la novità che ripesca i vecchi decaduti dalla rottamazione quater. Di fatto, un vero ripescaggio a favore di chi, per colpa di una sola rata non pagata, aveva perso tutti i vantaggi della precedente sanatoria. Tuttavia, il fatto che adesso, dopo il decreto Milleproroghe, si torni attivi con la rottamazione quater, non è esente da controindicazioni.

“Buonasera, sono Paolo, un contribuente che aveva aderito alla rottamazione quater. Vi spiego la mia vicenda. Avevo una situazione debitoria pesante, con debiti di oltre 50.000 euro.

Con l’adesione alla rottamazione quater mi è stato concesso di chiudere la mia posizione a 40.000 euro o poco più. Ho pagato la prima rata nel 2023, a ottobre, da 4.000 euro. Poi non ho più pagato perché non ero in grado di onorare la seconda rata, anch’essa da 4.000 euro. Così sono decaduto, come si dice in questi casi. Mi spiegate come funziona adesso la riapertura dei termini? Ora ho di nuovo un debito di circa 50.000 euro, ma se aderisco di nuovo, come verrà rateizzato il debito? Non ho capito come.”

Rottamazione cartelle di nuovo al via, ecco come pagare adesso e cosa cambia

Mentre Salvini scende in piazza per spronare la sua maggioranza di governo ad assecondare la Lega sulla rottamazione quinquies, per la quater c’è la riapertura ai decaduti. Ma chi rientra in questa categoria?

Per capirlo, riepiloghiamo in breve la rottamazione quater. La misura è nata nel 2023, tanto che gli interessati hanno dovuto presentare domanda entro il 30 giugno di quello stesso anno.

Chi non aveva scelto il pagamento in unica soluzione ha iniziato a versare le rate verso la fine del 2023, con due maxi rate (a ottobre e novembre 2023) a copertura del 20% del debito.

Nel frattempo, proprio grazie ai benefici della rottamazione, sono stati abbattuti interessi per ritardata iscrizione a ruolo, sanzioni e aggi di riscossione (i diritti di incasso dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione).

Le cartelle incluse nella rottamazione quater erano quelle affidate all’agente della riscossione entro il 30 giugno 2022. Alla prima rata non pagata entro i 5 giorni lavorativi di tolleranza, il contribuente perde il beneficio, e i pagamenti già effettuati sono considerati acconti. Il debito torna a essere gravato di tutte le somme precedentemente scontate.

La riapertura dei termini introdotta dal decreto Milleproroghe

Ora, con il decreto Milleproroghe approvato di recente ed entrato in vigore, tutti coloro che sono decaduti dalla rottamazione quater possono rientrare nel piano di rateizzazione. In pratica, potranno pagare le rate non versate e poi proseguire secondo il piano previsto inizialmente.

Ci sono, tuttavia, alcune controindicazioni. In base al nuovo meccanismo di riammissione, gli interessati devono sapere innanzitutto che le rate arretrate saltate devono essere saldate in unica soluzione entro il 31 luglio, oppure a rate, in 10 rate. Le domande di riammissione scadono il 30 aprile 2025.

In caso di pagamento rateale, le 10 rate seguiranno le stesse scadenze delle altre 10 già programmate per la rottamazione quater, e saranno maggiorate di interessi pari al 2% all’anno.

Ecco come funzionano le nuove 10 rate della rottamazione delle cartelle

Riprendendo il quesito del nostro lettore, vediamo in che modo si concretizza la nuova rottamazione per i decaduti. Lui aveva oltre 50.000 euro di debiti, ridotti a 40.000 euro grazie al taglio di sanzioni, interessi e aggi, primo vero vantaggio della rottamazione. Le prime due rate, ciascuna pari al 10% del debito (4.000 euro), dovevano essere pagate a fine 2023. Le restanti 16 rate del piano da 18 rate sarebbero state di 2.000 euro l’una, corrispondenti al 5% del debito complessivo.

Non avendo pagato la seconda rata, il contribuente è decaduto. E i 4.000 euro già versati sono stati scalati solo dal debito ridotto, portandolo a 36.000 euro. Tuttavia, con la perdita del diritto alla rottamazione, il debito è tornato a 50.000 euro circa, perché si sono reintrodotte sanzioni, aggi e interessi.

Con la domanda di riammissione (da presentare entro il 30 aprile), il contribuente può tornare a godere delle agevolazioni che riportano il debito a 36.000 euro, cui si aggiunge il 2% di interessi annui, suddivisi in 10 rate. Le scadenze saranno quelle stabilite dalla rottamazione originaria, a partire dal 31 luglio 2025, poi al 30 novembre 2025, e via via nel 2026 e 2027, con 4 rate all’anno in scadenza a febbraio, maggio, luglio e novembre.

Lo svantaggio è che, se prima le rate dopo le due maxi erano di 2.000 euro, adesso si avranno 10 rate di oltre 3.600 euro, dato che i 36.000 euro devono essere ripartiti in 10 rate, a cui sommare il 2% di interessi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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