Rottamazione cartelle, domande entro il 30 aprile ma rate più corte

Rottamazione cartelle tra quater e quinquies, prima le domande di riammissione entro il 30 aprile con rate più corte, e poi? Ecco pro e contro delle sanatorie.
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3 giorni fa
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condono cartelle esattoriali
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Rottamazione cartelle, domande entro il 30 aprile ma rate più corte. Mentre siamo in attesa della Rottamazione quinquies, sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione è online la nuova domanda di riammissione alla vecchia rottamazione cartelle per chi, non avendo pagato una rata precedente della sanatoria, è decaduto.

Decadenza significa che il contribuente interessato è uscito dalla sanatoria. Il suo debito è tornato a essere quello originario, comprensivo quindi di sanzioni, interessi e diritti di riscossione. Le rate pagate prima della decadenza sono considerate semplici acconti sul debito residuo.

Ora, i contribuenti decaduti possono presentare una nuova domanda per rientrare nella sanatoria. Tuttavia, come vedremo, per molti sarà solo un altro tentativo destinato a fallire: chi non è riuscito a onorare un debito distribuito in 18 rate, ora dovrà farlo in sole 10 rate.

Le rate vecchie e le rate nuove della sanatoria

A nostro parere – ma è anche la considerazione più logica – molti di coloro che presenteranno la nuova domanda di riammissione alla Rottamazione quater delle cartelle esattoriali finiranno di nuovo nella decadenza. Già a luglio 2025, prima scadenza utile per chi rientrerà nella sanatoria, numerosi contribuenti rischiano di non riuscire a pagare.

Il servizio per la riammissione alla Rottamazione quater è attivo online, e il portale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione specifica che riguarda i contribuenti che, al 31 dicembre 2024, avevano rate scadute e non saldate relative a quella sanatoria.

L’istanza di riammissione deve essere presentata entro il 30 aprile 2025.

Attualmente, la Rottamazione quater è arrivata alla settima rata, e a breve sarà il turno dell’ottava. Ecco il piano originario:

  1. 31 ottobre 2023
  2. 30 novembre 2023
  3. 28 febbraio 2024
  4. 31 maggio 2024
  5. 31 luglio 2024
  6. 30 novembre 2024
  7. 28 febbraio 2025
  8. 31 maggio 2025
  9. 31 luglio 2025
  10. 30 novembre 2025
  11. 28 febbraio 2026
  12. 31 maggio 2026
  13. 31 luglio 2026
  14. 30 novembre 2026
  15. 28 febbraio 2027
  16. 31 maggio 2027
  17. 31 luglio 2027
  18. 30 novembre 2027

Come si vede, sette rate sono già scadute.

Chi ne ha saltata una è decaduto dal beneficio. Una decadenza che, grazie al decreto Milleproroghe, oggi può essere sanata con una nuova domanda da presentare entro il 30 aprile.

Gli interessati potranno chiedere di spalmare le rate scadute in massimo 10 rate mensili. Ma perché 10? La spiegazione è semplice: dal maggio 2025 in poi resteranno esattamente 10 rate della Rottamazione quater ancora da pagare (da luglio 2025 a novembre 2027). Le rate di recupero seguiranno lo stesso calendario delle rate ordinarie.

In sostanza, chi ha saltato alcune rate dovrà ora versare gli arretrati, suddivisi in 10 rate, in aggiunta a quelle già previste dal piano originario.

Ecco alcuni esempi di cosa accadrà adesso ai riammessi alla rottamazione quater

Per capire perché, anche stavolta, la Rottamazione quater rischia di non funzionare, vediamo un esempio pratico.

Un contribuente aveva 10.000 euro di cartelle da rottamare. Le prime due rate erano da 1.000 euro ciascuna; le altre 16 da 500 euro. Se ha pagato solo le prime due e ha saltato le successive, ora ha un debito residuo di 8.000 euro. Cinque di queste rate, da febbraio 2024 a febbraio 2025, sono già scadute, per un totale di 2.500 euro di arretrati. Le altre 11 devono ancora scadere.

L’ottava rata, in scadenza il 31 maggio 2025, andrà pagata regolarmente dopo la riammissione. Ma a partire dalla rata di luglio 2025, oltre alla rata ordinaria da 500 euro, il contribuente dovrà versare anche la prima delle 10 rate di recupero: 250 euro, più gli interessi del 2% annuo.

In pratica, da luglio 2025 a novembre 2027, il contribuente dovrà pagare oltre 750 euro al mese, ogni mese.

Perché qualcuno potrebbe pensare che è meglio attendere la rottamazione quinquies

Alla luce di quanto esposto, è evidente che molti contribuenti avranno difficoltà a rispettare i nuovi pagamenti, nonostante la riammissione. Chi è decaduto per il mancato pagamento di una sola rata ora dovrà essere molto più preciso, ma con rate più elevate.

La riammissione prevede che il debito venga saldato seguendo esattamente il piano originario, senza alcun allungamento delle scadenze. Questo rigore nei tempi, se sommato a una condizione economica già difficile, espone nuovamente al rischio di decadenza.

Per questo motivo, alcuni potrebbero rinunciare a presentare domanda di riammissione. In molti casi, si valuta di attendere la Rottamazione quinquies, che – secondo le prime ipotesi – potrebbe prevedere rate mensili fino a 10 anni, alleggerendo così il carico mensile e riducendo il rischio di insolvenza.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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