Tutti parlano solo dei vantaggi della rottamazione cartelle. Di ciò che si risparmia e cosa non si risparmia. Ma non tutti si domandano quanto costa davvero al contribuente la sanatoria. Una domanda che è d’obbligo poiché come si dice “lo Stato non fa nulla per senza niente”.
Con la quarta edizione della rottamazione, prevista dalla legge di bilancio 2023, lo Stato ci guadagna il recupero dei crediti verso imprese e cittadini per imposte, tasse e multe da questi non pagate. Al tempo stesso ci perde alcuni importi, come sanzioni ed interessi.
Dall’altro lato il contribuente ci guadagna anch’esso ma non del tutto. Risparmierà una parte del debito, mentre, comunque, ne dovrà pagare una bella parte. La quota capitale, ad esempio, dovrà esser comunque pagata. Quindi, l’imposta, la tassa o la multa.
Cosa si risparmia con la rottamazione cartelle
Con la sanatoria, ricordiamo, si pagherà solo la quota capitale del debito. In dettaglio, NON si pagheranno:
- le somme dovute a titolo di interessi iscritti a ruolo
- sanzioni
- interessi di mora e aggio.
Si dovranno, invece, pagare:
- la quota capitale de debito
- le somme maturate a titolo di rimborso spese per le eventuali procedure esecutive e per i diritti di notifica.
Se la cartella ha ad oggetto le multe per violazione del codice stradale o altre sanzioni amministrative, il taglio riguarda solo gli interessi.
Ricordiamo che questa edizione della rottamazione cartelle si applica ai carichi (debiti) affidati all’Agente della riscossione nel periodo ricompreso tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022.
Il costo per la domanda
Chi decide di aderire alla rottamazione cartelle deve mettere in conto un altro aspetto. Per goderne deve presentare domanda all’Agenzia Entrate Riscossione entro il 30 aprile 2023. A questo proposito ha da fare una scelta. Ossia provvedere da sé oppure rivolgersi a qualche consulente per farsi assistere (commercialista, consulente del lavoro, ecc.).
Se decide di procedere autonomamente, se da un lato risparmierà il costo della consulenza, dall’altro però corre il rischio di commettere degli errori nella compilazione della domanda. Il rischio di errori può portare anche al non accoglimento della richiesta di adesione alla rottamazione cartelle.
Laddove, invece, il contribuente decidesse di rivolgersi a qualche consulente, allora dovrà mettere in conto anche l’onorario che questi eventualmente chiederà. E si capisce bene che se rottamando una cartella si risparmieranno, ad esempio, 100 euro e poi bisogna darne 100 al consulente, non è che poi c’è tutta questa convenienza.
Rottamazione cartelle, il costo per il pagamento a rate
L’altro costo da considerare sono gli interessi da pagare nel caso in cui si sceglie di pagare a rate l’importo dovuto a seguito dell’adesione alla rottamazione cartelle.
Infatti, nella domanda di adesione è possibile scegliere liberamente se pagare a rate o in unica soluzione. Per la rateizzazione si possono scegliere, a propria discrezionalità, al massimo 18 rate
In caso di scelta per l’unica soluzione, la scadenza di pagamento è il 31 luglio 2023.
Il pagamento a rate prevede, invece:
- le prime due rate in scadenza rispettivamente il 31 luglio 2023 e 30 novembre 2023
- le altre rate, 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ogni anno a partire dal 2024.
Sulle rate successive alla prima, si pagano gli interessi al tasso del 2% a partire dal 1° agosto 2023. Si può pagare anche entro 5 giorni dalla scadenza senza avere conseguenze. Se si salta il pagamento, anche di una sola rata, si decade dal beneficio e bisogna pagare tutto, comprese le voci di spesa che la rottamazione cartelle avrebbe tagliato.