La rottamazione delle cartelle che adesso si accinge ad arrivare alla prima scadenza utile per i pagamenti, sia interi che a rate, è stata una misura molto sfruttata dai contribuenti. E il numero delle domande arrivate e adesso anche delle risposte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione lo dimostra. Ma ci sono adempimenti ulteriori da espletare per determinate tipologie di debiti.
Infatti per chi aveva alcune tipologie di debito nei confronti dell’INPS, adesso c’è un nuovo messaggio dell’Istituto. Una nuova circolare con alcuni chiarimenti per quella che viene chiamata sanatoria contributiva.
“Salve, sono Roberta e ho una piccola bottega in cui vendo principalmente salumi. Con l’arrivo dei Centro Commerciali, dei Supermercati e dei grandi negozi, la mia attività è in crisi da tempo. Ma non la chiudo perché è un’attività di famiglia. E poi perché da 20 anni sono io la titolare e mi mancano un paio di anni per arrivare ai fatidici 67 anni per la mia pensione. Ho ottenuto la cancellazione di diverse cartelle esattoriali e altre le andrò a pagare con la rottamazione. Ma oggi mi sorge il dubbio che le cartelle relative a diversi trimestri di contributi INPS che non ho pagato, adesso che mi sono state cancellate (nella rottamazione in effetti non ci sono), li perdo come contribuzione? Perché non vorrei che finisco con il ritrovarmi dopo, priva dei 20 anni di contributi minimi che servono per la mia pensione.”
Rottamazione delle cartelle, per i debiti contributivi novità INPS, versamenti entro il 31 dicembre
Un modello da compilare e inviare all’INPS tramite il cassetto previdenziale accessibile con SPID, CIE o CNS, questo ciò che i contribuenti indebitati dal punto di vista contributivo, e che hanno sfruttato la rottamazione, devono fare adesso. Un modello che gli interessati dovranno inviare all’Istituto nella speranza che lo stesso accolga l’istanza per poi procedere coi pagamenti entro il prossimo 31 dicembre.
Circolare numero 86 del 10-10-2023 sulla sanatoria contributiva
L’INPS ha emanato la circolare n° 86 del 10 ottobre 2023 sulle cartelle esattoriali e lo stralcio automatico. E su cosa debbano fare quanti se le sono viste cancellare. Una cosa senza dubbio a vantaggio dei contribuenti, ma che di fatto nasconde un pericolo. Essendo cartelle riferite a omessi versamenti di contributi utili alla pensione, come anche la nostra lettrice sostiene, finiscono con il danneggiare i contribuenti. Che potrebbero trovarsi un domani in due spiacevoli situazioni. La prima è di ottenere una pensione più bassa. E proprio perché i contributi non pagati per via della cancellazione non frutteranno la rendita sotto forma di pensione. Oppure, ancora peggio, ci saranno contribuenti che non avendo versato più quei contributi finiti nelle cartelle esattoriali, si troveranno privi dei requisiti minimi per accedere alla pensione.
Le pensioni INPS, le regole di calcolo e come arrivare alla quiescenza
Il meccanismo con cui l’INPS ricalcola le pensioni è piuttosto semplice. I contributi si versano per accumulare un montante che poi viene trasformato in pensione. Ma anche le regole di pensionamento sono semplici. Infatti bisogna in genere raggiungere una determinata età e raggiungere un altrettanto determinato numero di anni di contributi per accedere a una delle tante misure di pensionamento che ci sono.
Senza contributi, o con contributi in meno rispetto a quelli richiesti, la pensione non viene concessa. E se non sono stati pagati i contributi, nemmeno dopo che questi sono diventati cartella esattoriale, questi periodi di iscrizione ai Fondi previdenziali dell’INPS non serviranno, come è giusto.
Lo stralcio delle cartelle un problema se erano riferite ai contributi INPS non versati in tempo
L’articolo n° 23-bis del DL n° 48 del 4 maggio 2023, ha previsto, come dice l’INPS nella premessa della circolare, una tutela per le posizioni assicurative dei soggetti per i quali i debiti contributivi fino a mille euro sono stati annullati con lo stralcio. Per gli iscritti alle Gestioni degli artigiani e dei commercianti, dei lavoratori autonomi agricoli, e ai committenti e professionisti iscritti alla Gestione separata dell’INPS, quel decreto ha consentito infatti di poter chiedere all’INPS il ricalcolo dei debiti annullati.
In altri termini, il contribuente può chiedere all’INPS di pagare quei contributi che altrimenti causerebbero, in caso di mancato pagamento, danni sulla pensione futura. Nella circolare l’INPS sottolinea anche che per la sanatoria sui debiti contributivi cancellati dalla rottamazione cartelle gli interessati oltre a versare i contributi omessi dovranno versare anche le relative sanzioni. Ed i modelli da inviare prima citati, sono proprio quelli inerenti la richiesta di essere ammessi al riconteggio delle cartelle assoggettate a stralcio automatico.
Sono stati due i provvedimenti di stralcio automatico delle cartelle negli ultimi anni e nelle ultime sanatorie
Questa possibilità riguarda i contribuenti che hanno sfruttato la sanatoria 2023. Sanatoria che copriva le cartelle inferiori a mille euro divenute ruolo entro il 31 dicembre 2015. Ma riguarda anche la sanatoria 2018, anch’essa che ha previsto un altro stralcio automatico. In questo caso, sempre per le cartelle inferiori a mille euro, ma divenute ruolo entro la fine del 2010.
In base a ciò che si legge nella circolare, il collegamento alla rottamazione delle cartelle è necessario secondo l’INPS.
Pagamento entro la fine del 2023, altrimenti nulla di fatto per la sanatoria contributiva
Le date entro cui i due eventi (mancata prescrizione e rateizzo in atto) devono essere rispettati sono il 24 ottobre 2018 per la prima sanatoria, e il 30 aprile 2023 per la seconda ed ultima sanatoria con annesso stralcio automatico.
Quindi, i contribuenti adesso sono chiamati a presentare domanda. Nell’istanza bisognerà indicare il numero della cartella esattoriale che una volta era da pagare e che poi è stata cancellata d’ufficio. Naturalmente la cartella che fa riferimento ai contributi previdenziali. Nella domanda il contribuente deve anche dichiarare di impegnarsi per completare i pagamenti entro il 31 dicembre 2023. Naturalmente solo dietro accettazione dell’Istanza da parte dell’INPS, gli interessati dovranno provvedere a versare il dovuto.