Pensione commercianti: via libera agli indennizzi Inps per la rottamazione delle licenze

Nuova tranche di pagamenti per chi ha cessato l’attività commerciale entro il 30 aprile 2023. Quanto spetta e quanto dura lo scivolo verso la pensione
2 anni fa
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rottamazione licenze

Al via la nuova tranche di indennizzi per la rottamazione delle licenze commerciali. Lo comunica l’Inps con il messaggio n. 1782/2023 con il quale si dà attuazione ai pagamenti per i commercianti che hanno cessato l’attività dal 1 dicembre 2022 al 30 aprile 2023. Si è infatti conclusa la fase di monitoraggio delle richieste e tutte sono state accolte.

Ricordiamo che la rottamazione delle licenze commerciali, attivata per la prima volta nel 2009 e perfezionata 10 anni più tardi, prevede una sorta di indennizzo che accompagna il lavoratore verso la pensione vera e propria al raggiungimento dei requisiti di vecchiaia.

Cioè a 67 anni.

Come funziona la rottamazione delle licenze

La rottamazione delle licenze commerciali non è riservata a tutti i lavoratori autonomi iscritti all’Inps indistintamente. Occorre possedere determinati requisiti e chiudere necessariamente la partita Iva, quindi cessare l’attività. La norma prevede un indennizzo da parte dell’Inps pari al valore del trattamento minimo di pensione (563,74 euro al mese).

Ma come funziona esattamente la rottamazione delle licenze commerciali? Tecnicamente – spiega l’Inps – è una misura che consente ai titolari di esercizi commerciali al minuto, con sede fissa (negozi, bar, ristoranti, ecc.) di ottenere un indennizzo mensile fino a 3 anni prima della maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Si tratta, quindi, di uno scivolo pensionistico simile a quello previsto per Ape Sociale a 63 anni, che consente al commerciante di abbassare le serrande se gli mancano 3 anni alla pensione. Riguarda nello specifico lavoratori in difficoltà economica per i quali è prevista una misura temporanea di sostegno al reddito. Occorre però rispettare i seguenti requisiti:

  • Cessazione definitiva dell’attività commerciale;
  • Riconsegna della licenza;
  • Cancellazione dal registro delle imprese;
  • Cancellazione dal registro degli esercenti il commercio (il REC);
  • Età del titolare o coadiuvante di 62 anni per gli uomini e 57 per le donne.

Commercianti in pensione tre anni prima

L’Inps ha elencato tutte le tipologie di lavoratori a cui spetta il bonus mensile in caso di adesione alla rottamazione delle licenze.

Si tratta nel dettaglio di coloro che esercitano:

  • attività commerciale al minuto in sede fissa, anche abbinata ad attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, in qualità di titolari o coadiutori;
  • attività commerciale su aree pubbliche, anche in forma itinerante, in qualità di titolari o coadiutori;
  • gli esercenti attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, in qualità di titolari o coadiutori;
  • gli agenti e rappresentanti di commercio.

L’indennizzo spetta dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda all’Inps se, a quella data, risultano perfezionati tutti i requisiti richiesti e l’Istituto ha dato il via libera alla pratica di indennizzo e verificata la disponibilità dei fondi.

La misura dell’indennizzo è pari al trattamento minimo di pensione previsto per gli iscritti alla gestione “artigiani e commercianti” dell’Inps. Cioè 563,74 euro al mese per 13 mensilità. E’ bene ricordare che il periodo di godimento della indennità per la rottamazione delle licenze è utile solo per il raggiungimento del diritto alla pensione e quindi è valido ai soli fini del diritto e non anche della misura.

Pensione commercianti, via libera agli indennizzi

La liquidazione dell’indennizzo previsto dalla legge avviene solitamente per tranches e in base alla disponibilità dei fondi. La misura, prevista in origine dal 1996 al 1998 è stata più volte riproposta fino a diventare stabile negli anni. E’ stata inoltre estesa anche ai coadiutori delle attività commerciali al minuto in sede fissa e agli agenti e rappresentanti di commercio.

Lo scivolo di tre anni verso la pensione poggia sulle disponibilità finanziarie di apposito fondo alimentato annualmente dai commercianti. Inizialmente alimentato da un contributo aggiuntivo obbligatorio pari allo 0,09% dell’imponibile previdenziale è arrivato oggi al 0,48%. Tuttavia lo Stato, per il 2021, è dovuto intervenire con un trasferimento di 167 milioni di euro per fronteggiare l’aumento delle domande di rottamazione delle licenze.

Per le domande di indennizzo presentate dai commercianti che hanno cessato l’attività dal 1 maggio 2023, bisognerà attendere comunicazioni da parte dell’Inps. I tempi di attesa non dovrebbero comunque essere lunghi.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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