“C’è chi può e chi non può, io può!“. E’ questa una delle battute più famose di Totò, nel film Totò Peppino e a malafemmena. Questa frase può essere anche associata alla nuova chance di sanatoria delle cartelle, rottamazione quater, alla quale potranno aderire tutti i contribuenti che non hanno pagato tasse, imposte e tributi con cartelle esattoriali relative al periodo 1° gennaio 2000-30 giugno 2022. Dunque, c’è chi non ha pagato le tasse e può risparmiare ora sulle sanzioni e non solo e chi invece non le paga e viene subito attenzionato dal Fisco che richiede anche le sanzioni piuttosto salate.
Detto ciò, oltre al risparmio su sanzioni e interessi, la presentazione dell’istanza di adesione alla rottamazione-quater bloccherà tutte le procedure esecutive e cautelari. Difatti, vengono replicate le previsioni di cui alla precedente rottamazione delle cartelle.
Nel complesso però, la rottamazione-quater, sarà più conveniente rispetto alla precedenti sanatorie. Scopriamo il perché.
La nuova rottamazione-quater
Grazie alla Legge di bilancio 2023, con la rottamazione-quater potranno essere rottamate le cartelle ossia, i debiti risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. E’ rottamabile il singolo debito indicato nella cartella.
Parimenti, possono essere oggetto di rottamazione anche gli accertamenti esecutivi nonché gli avvisi di addebito INPS. Attenzione però, tali atti rientrano nella rottamazione solo se sono già stati affidati per il recupero all’Agenzia delle entrate-riscossione.
Una volta presentata l’istanza di adesione alla rottamazione, qui trovi tutte le scadenze, il pagamento delle somme dovute dovrà essere effettuato:
- in unica soluzione, entro il 31 luglio 2023, ovvero
- nel numero massimo di diciotto rate, la prima e la seconda delle quali, ciascuna di importo pari al 10 per cento delle somme complessivamente dovute ai fini della definizione, scadenti rispettivamente il 31 luglio e il 30 novembre 2023.
Rottamazione-quater. Perché è la più conveniente?
In premessa abbiamo detto che con la nuova rottamazione si risparmierà di più rispetto alle precedenti sanatorie.
Per chiudere ogni discorso con il Fisco o con altra amministrazione che vanta il credito riportato nella cartella, il contribuente dovrà corrispondere:
- l’imposta, la tassa o il tributo indicato nella cartella;
- le spese di rimborso per le procedure esecutive;
- le spese di notifica della cartella di pagamento;
- gli interessi di dilazione al 2% in caso di richiesta di rateazione delle somme dovute in seguito alla sanatoria.
Non dovrà versare invece: le sanzioni collegate alla maggiore imposta dovuta nell’atto; gli interessi anche riferiti alla ritardata iscrizione a ruolo; le somme aggiuntive ai crediti previdenziali (art.27, D.Lgs. 46/99); l’aggio della riscossione.
Rispetto alla precedenti rottamazioni, il contribuente risparmia anche sugli interessi per ritardata iscrizione a ruolo nonché sull’aggio della riscossione che per le precedenti rottamazioni era calcolato su imposta e interessi da ritardata iscrizione a ruolo.
Dunque, nel complesso, si tratta di un risparmio non di poco conto.