Più tempo per pagare le rate previste per la rottamazione-ter e saldo e stralcio delle cartelle esattoriali. Come previsto dal decreto Cura Italia, la rata di pagamento da versare per chi ha aderito alla rottamazione-ter e ha accettato il piano rateale di rientro dai debiti col fisco slitta al 31 maggio.
Al nuovo appuntamento con la rottamazione delle cartelle parteciperà circa un milione di contribuenti. In precedenza, la scadenza era il 28 febbraio 2020, poi spostata a marzo e ora a fine maggio.
La rottamazione-ter
La cosiddetta rottamazione-ter prevede la possibilità di estinguere i debiti iscritti a ruolo (affidati dagli enti creditori all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017) versando le somme dovute senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora. Per le multe stradali non si pagano gli interessi di mora e le maggiorazioni previste dalla legge. Rispettare i termini di scadenza delle rate consente di mantenere i benefici della “rottamazione” che altrimenti verrebbero meno in modo irrevocabile. La legge prevede infatti che il mancato, insufficiente o tardivo pagamento anche di una sola rata, oltre la tolleranza di cinque giorni prevista per legge, determina l’inefficacia della definizione agevolata, il debito non potrà essere più rateizzato e l’agente della riscossione dovrà riprendere le azioni di recupero.
Come pagare le rate della rottamazione-ter
Ci sono diverse modalità di pagamento previste. Per effettuare il versamento non è necessario andare agli sportelli di Agenzia delle entrate-Riscossione. I contribuenti hanno a disposizione molteplici canali, inclusi quelli telematici che consentono di procedere al versamento a qualsiasi ora del giorno, anche di sabato e domenica quando i tradizionali uffici sono chiusi.
Un milione di contribuenti stanno già pagando
Sono oltre un milione i contribuenti in regola con le precedenti scadenze e interessati al pagamento della rata del 31 maggio 2020. Nella classifica per Regione, troviamo in testa il Lazio con 181.334 contribuenti chiamati alla cassa, seguito dalla Campania (144.039) e dalla Lombardia (137.555). Dopo le prime tre regioni si posizionano Puglia (83.820), Toscana (81.203), Emilia Romagna (64.479), Calabria (61.782), Veneto (60.246), Piemonte (60.014), Sardegna (46.081), Liguria (30.111), Abruzzo (27.525), Marche (25.712), Umbria (22.516), Friuli Venezia Giulia (14.815), Basilicata (12.985), Trentino Alto Adige (6.720), Molise (6.339) e infine la Valle d’Aosta con 2.118 contribuenti.