Stando ai primi dati in possesso dell’Agenzia delle entrate, solo la metà degli aventi diritto ha pagato le rate 2020 della rottamazione-ter in scadenza al 9 maggio.
Si tratta di un vero e proprio flop di cui il Governo dovrà tenere conto. Il dato è allarmante e mette in evidenza come le famiglie e le imprese sono senza liquidità. Altrimenti non può esserci altra spiegazione.
La riammissione alla rottamazione-ter
Il D.L. 4/2022, decreto Sostegni-ter, ha riaperto i termini per pagare le rate della “Rottamazione-ter”, del “Saldo e stralcio” e della “Rottamazione delle risorse proprie UE “.
In particolare chi non ha pagato le rate 2020 e 2021, può conservare i benefici della definizione agevolata (sconto su sanzioni e interessi), se rispetta le seguenti scadenze.
Considerata anche la tolleranza dei 5 giorni articolo 3, comma 14-bis, del DL n. 119 del 2018, saranno considerati validi ossia tempestivi i pagamenti effettuati entro il:
- 9 maggio 2022 per le rate in scadenza nel 2020 della “Rottamazione-ter”, del “Saldo e stralcio” e della “Rottamazione delle risorse proprie UE”;
- 8 agosto 2022 per le rate in scadenza nel 2021 della “Rottamazione-ter”, del “Saldo e stralcio” e della “Rottamazione delle risorse proprie UE”;
- 5 dicembre 2022 per le tutte le rate in scadenza nel 2022 della “Rottamazione-ter” e della “Rottamazione delle risorse proprie UE”.
Dunque le rate 2020 potevano essere pagate entro lunedì 9 maggio. Lunedi era l’ultima chiamata.
Solo la metà dei contribuenti ha pagato
Stando ai primi dati in possesso dell’Agenzia delle entrate, solo la metà degli aventi diritto ha pagato le rate 2020 della rottamazione-ter in scadenza al 9 maggio. In ballo c’erano circa 2,45 miliardi di euro (rate 2020+2021) che lo Stato avrebbe dovuto recuperare (vedi question time Ministero dell’economia in Commissione finanze al Senato).
Il dato è allarmante e mette in evidenza come le famiglie e le imprese sono senza liquidità. Un’altra spiegazione può essere legata alle aspettative dei contribuenti. In molti si aspettano una nuova pace fiscale. Dunque, il ragionamento è: non pago oggi tanto potrò farlo tra qualche mese.
Ad ogni modo, le conseguenze del mancato pagamento sono piuttosto pesanti.
Infatti, il carente, omesso o tardivo versamento rispetto alla data del 9 maggio, comporta la decadenza della definizione agevolata.
Nello specifico:
- i versamenti effettuati saranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute in origine all’atto dell’ammissione alla rottamazione-ter;
- viene meno lo sconto sulle sanzioni e sugli interessi previsti dal D.L. 119/2018, art.3.
Inoltre, per le stesse somme il contribuente non potrà richiedere una rateazione, ex art.19 del DPR 602/73.