Parliamo di furti ai danni del coniuge. In particolare cerchiamo di fare chiarezza su un tema controverso: si può rubare al marito o alla moglie? Di seguito tutte le spiegazioni del caso.
Cosa dice la legge
La legge è molto chiara in merito: i furti ai danni del coniuge non sono punibili, salvo separazione o casi di sequestro, rapina o estorsione. In sostanza il codice penale, nell’articolo 649, dice che chi ruba un oggetto del marito o della moglie non può essere querelato, stessa cosa nel caso il furto riguardi un altro parente stretto, come genitori o fratelli, purché conviventi.
Ci sono comunque delle eccezioni che fanno capo ai reati di rapina, sequestro a scopo di estorsione o estorsione. Nel caso di rapina, infatti, si presume che l’oggetto di cui ci si è impossessati sia legato alla violenza alla persona o minaccia. Quindi se la violenza è attuata ai danni della sola cosa non è ipotizzabile nessun reato mentre se la rivendicazione di ottenere un oggetto avviene minacciando il coniuge si incorre in reato. In merito a tutto ciò si è espressa di recente la Corte Costituzionale criticando questa disposizione che al giorno d’oggi non soddisfa più il bisogno di assicurare i diritti individuali e gli stessi doveri di rispetto e solidarietà, dunque mettendo in luce che ci sarebbe bisogno di una revisione delle stesso in base alla realtà attuale.